Paolo Maccaro e Marco Cassese, rispettivamente cantante e chitarrista, sono il fulcro del progetto funk blues partenopeo TheRivati che sin dagli esordi ha pubblicato album dalle sonorità folk. Nell’ultimo anno i due hanno rilasciato “Napoli folk blues vol.1&2”, un progetto discografico anomalo fatto di due EPs nei quali si condensano dieci brani dal piglio blues. Per l’occasione la band si è ridotta a un duo, un poco per tornare all’essenzialità della musica e un poco perché costretti a stare forzatamente chiusi in casa. Non tutto il male viene per nuocere però ed ecco che Paolo e Marco sciorinano sonorità viscerali con testi sempre accorti e avvolgenti nei quali emerge una voce calda, originale e matura. Attualmente in tour per lo stivale [già toccate Salerno, Grosseto, Napoli, Caserta, Lecce] saranno di scena il prossimo 19 maggio a Reggio Calabria, il 21 a Siracusa (Avola) e il 22 a Ragusa (Comiso) per poi proseguire per tutta l’estate.
In un anno esatto due Ep “Napoli Folk Vol.1 & 2”. Un titolo un programma. Raccontateci come nasce questo progetto discografico così essenziale nella sua forma radicale.
Ciao, il progetto nasce dalla necessità di continuare a fare musica in periodo di lockdown. Io (Paolo) e Cassio, per fortuna, siamo vicini di casa e per non impazzire abbiamo messo in piedi questo progetto che avevamo in cassetto da tempo. Un progetto blues che andasse alla radice della nostra musica.
TheRivati in formazione completa mescola sano funk e soul con echi rock ma ricco di contaminazioni. Tornerete a suonare dal vivo e a incidere con il resto della band?
Certamente, ci stiamo già pensando da un po’ di tornare in studio con la band al completo, speriamo di riuscire a incastrare tutto il prima possibile e risuonare con groove le nostre canzoni.
Attualmente siete in tour e state girando il Sud Italia. Molte tappe, tanti volti, nuovo pubblico. Come reagisce la gente e che sensazione avete a suonare nuovamente per un persone libere di aggregarsi?
Non ci sembra vero, eppure, è questa la normalità. Il corona virus ha provocato un trauma collettivo e ha fatto cadere molte certezze, quello che dovrebbe essere la normalità adesso ci sembra una condizione speciale. Comunque è veramente bello poter suonare per il pubblico, è sempre stato lo scopo della nostra musica.
Tu Paolo Maccaro sei un musicista che ha anche altri compiti in particolare nella produzione del tour e degli album di tuo fratello Clementino. Raccontaci il rapporto che hai con lui, le idee musicali che nascono con e per lui e le differenze tra la soddisfazione di fare musica pop(olare) con quelle di una musica di nicchia.
Ho molta stima del talento di mio fratello sia sul palco che in studio di registrazione e lavorando ormai da tanti anni per lui e con lui so bene cosa devo e non devo fare. Come è evidente il progetto TheRivati è totalmente diverso da quello “Clementino”, i generi sono talmente diversi con processi creativi e realizzazioni agli antipodi, e questa cosa è molto stimolante. Ovviamente anche la promozione cambia, cambiando il bacino di utenza che è nettamente più pop(olare) per Clementino. Diciamo che grazie solo al lavoro fatto per questi due progetti sono riuscito a coprire buona parte del music business in Italia, dall’underground al mainstream.
Pubblicate per la label FUMO. Ci raccontate questa realtà discografica-editoriale tutta nolana? So che è una sorta di factory.
Fumo è una società di edizione/distribuzione di proprietà mia e di mio fratello e come principale attività cerchiamo di dare una mano agli artisti che orbitano intorno a noi. Non l’abbiamo mai considerata come una etichetta discografica vera e propria ma più come una piattaforma di servizi per noi stessi.
Gli ultimi due lavori prodotti da Fumo sono dei producers LDO e endly, che con me e Clemente hanno curato la direzione artistica di “Black Pulcinella” e hanno creato la maggior parte delle strumentali dell’album.
TheRivati ha di recente collaborato a due progetti lo-fi, il primo contribuendo alla pubblicazione dei brani dell’ucraino Achex mentre il secondo è una collaborazione a tre con il producer endly e lo stesso Achex.
Con endly e Achex siamo usciti con un singolo il 25 Marzo 2022 dal titolo Lullaby. Il brano è nato dall’idea di endly e mia di fare di una nostra canzone “Ninna nanna” (inserita in “Napoli folk blues vol.2”) un pezzo lo-fi.
Ci abbiamo lavorato insieme a Milano durate i giorni di lavorazione dell’album “Black Pulcinella” di Clementino e a distanza con Achex che è in Ucraina e in quei giorni era decisamente molto più tranquillo. Pochi giorni dopo è scoppiata la guerra…
Paolo sei anche dietro al progetto Partenoplay del producer LDO noto per aver prodotto i beat di Black Pulcinella di Clementino. Raccontaci anche di questa esperienza e di come stai coltivando un substrato di giovani musicisti che attraverso linguaggi attuali si presentano al pubblico.
Partenoplay è un prodotto esclusivamente di LDO, io gli ho dato solo una mano a spingerlo. Luigi fa parte di quella schiera di artisti di talento che la nostra terra produce continuamente, aiutarli in qualche modo ad emergere è un piacere e un onore per me.
Hai nomi, in particolare campani, per i quali ti va di fare endorsement?
Oltre a LDO e endly, già citati, aggiungerei sicuramente RNLA nel mondo della musica elettronica-lo-fi. Per la musica “suonata” consiglierei di seguire tutta la nuova scena funk campana che attualmente ha nomi interessantissimi come: Banda Maje, The Funkin’ machine, Pellegrino Zodyaco, Rosa o gli ormai famosissimi Nu Genea.
Cosa vorresti che facesse per la musica la vostra Napoli?
Ultimamente sono stato a Manchester per un po’ di giorni e ho scoperto che molti locali (quasi tutti) fanno musica dal vivo tutte le sere a ingresso gratuito per il pubblico. Sarebbe bello se Napoli fosse così, con tutti gli artisti di buon livello che ci sono, la qualità sarebbe altissima.
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