Mettetevi comodi e fate partire il lungo viaggio con Jacek Sienkiewicz, un percorso lungo tre album dove potrete immergervi in un ragionevole minimalismo intervallato da atmosfere astratte e dilatate in assoluta coerenza, per poi giungere sul finire in una delle più riuscite riproposizioni di musica concreta / proto-elettronica degli ultimi tempi.
Jacek Sienkiewicz è un compositore moderno, rappresentativo delle possibilità creative raggiunte dalla musica elettronica ed emblematico per tentare di spiegare la techno moderna a chi magari non ne ascolta da anni; tra l’altro chi è abituato ai suoi precedenti lavori si potrebbe trovare piuttosto spiazzato da queste tre pubblicazioni.
Il 22 marzo il compositore polacco, fondatore della Recognition, ha rilasciato una sostanziosa trilogia: “IMOW” (In My Own Wave), “BTWN” (Between) e “Drogi”.
Cominciamo con “IMOW“.
L’intro crea subito delle forti aspettative, siamo già in fase di decollo e dall’oblò la Terra si allontana sempre di più. Non è un suono avveniristico ma nell’ambiente dove vive è estremamente efficace, dal retrogusto “cinematografico”.
I brani sembrano diapositive sonore e tra un ambiente e l’altro si passa facilmente da regioni aride a parti dinamiche che si riverberano e pulsano nel cosmo mentre un inquietante ronzio perpetuo è inframmezzato da bizzarre telecomunicazioni ultraterrene e finisce invece per fronteggiare sequenze ritmiche o percussioni spedite e meccaniche che diventano poi granulose e successivamente sono sostituite da membrane che vibrano e si gettano in progressioni incerte oppure si incrociano con accenni di melodie che si infrangono sullo strato di ozono.
“IMOW” è stravagante e ricco di colpi di scena; ogni composizione è inoltre accompagnata da un video concettuale / live action dell’artista IKAKOK / Katarzyna Korzeniecka, che frattanto ha anche creato le copertine dei tre dischi.
“BTWN” ha una narrazione differente rispetto a “IMOW“, il panorama non è così rigoglioso, ma in particolare i suoi droni si spostano in diverse direzioni che portano in uno stato di totale assenza di gravità, soprattutto quando l’autore si avventura in territori più minimali.
La terra trema sotto i colpi dell’analogico e l’aria è squarciata da parti metalliche come fendenti mentre le modulazioni avvolgono il sound penzolante creando dei continui mutamenti della dinamica; poi ritorna la vibrazione grave e cupa e ancora l’assenza di tempo riporta su stati contemplativi e il tutto si lascia trasportare dalla fluidità del corpo sonoro cumulativo.
“BTWN” nasce da infinite registrazioni affrontate dal musicista di Varsavia, l’autore preferisce far viaggiare inoltre tutti gli elementi del recording in presa diretta, compresi errori, glitch, detriti sparsi ed eventi casuali. E’ la tecnica in uso oggi, forse la più opportuna per descrivere i tempi moderni e la libertà espressiva conquistata in decenni di dibattiti, sbocchi e aperture.
“Drogi” – in polacco “strade” – è un omaggio dichiarato di Sienkiewicz a Bohdan Mazurek e a tutto il Polish Radio Experimental Studio (Studio Eksperymentalne Polskiego Radia).
Il disco ci porta indietro nel tempo a più di cinquant’anni fa creando un chiarissimo ponte con la modernità. La dedizione con cui il composer di Varsavia riesce a ricreare l’estetica del suono elettronico primordiale è indice di autentico talento e solida passione/devozione.
Interrompete “Drogi” quando volete e ascoltate una qualsiasi composizione di Mazurek, è incredibile quanto Sienkiewicz sia stato abile a ricostruire le stesse strutture amorfe, a rispettare i tempi, le pause oltre chiaramente a riprendere delle sonorità primordiali, il tutto naturalmente riletto con giudizio e in chiave moderna. Mancano delle vere e proprie parti elettroacustiche ma l’impresa è riuscita nonostante la complessità se consideriamo che non si tratta affatto di uno sfacciato rifacimento e il risultato non è poi così prevedibile come potrebbe sembrare. Da tenere in considerazione che oggi viviamo una stratificazione di esperienze ed eredità e si danno per scontate moltissime cose che negli anni sessanta erano a malapena concepibili.
Infine Jacek inserisce una buona dose di ironia che rende il lavoro meno serioso di quanto si possa immaginare, riuscendo altresì a replicare quella dose buon umore caratteristica dei compositori del passato che con coraggio, intraprendenza e lungimiranza si sono affacciati nella musica elettronica per la prima volta, con lo sguardo rivolto con fiducia e convinzione verso il futuro.
Autore: Luigi Ferrara
(Grazie a Crescenzo Di Vano)
Photo Credits: Dominika Gesicka
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FO: “IMOW”, “BTWN” e “Drogi” ci hanno molto impressionato, sono lavori ispirati! Come nasce questa trilogia? Che collegamento c’è tra il titolo dell’album e il lavoro che hai svolto? Puoi raccontaci le fasi di gestazione?
JS: Mi fa piacere sentirlo. È stato un processo lungo…tutti e tre i dischi sono stati realizzati in parallelo nel 2018.
“IMOW” (In My Own Wave) è il mio diario dello scorso anno. E’ un disco personale, molto complesso, ma non opprimente. Dall’ambiente cinematografico ad astratti e rumorosi paesaggi sonori realizzati con strumentazione diversa. Le otto tracce su vinile sono accompagnate da video artistici realizzati da Katarzyna Korzeniecka che abbiamo presentato in una galleria qui a Varsavia lo scorso marzo insieme a una speciale versione artistica del vinile e della copertina di “IMOW”. Questo lavoro audio / video in collaborazione è stato pianificato per essere mostrato in vari eventi legati all’arte e alla musica per tutto il 2019.
“BTWN” (Between) ha un aspetto 100% ecologico e organico – si può ascoltare gratis sulla mia pagina Bandcamp! – Perché è fatto da rifiuti audio e residui di studio…da feedback, a note strozzate di malfunzionamenti e errori digitali e di conversione. Ha uno stato d’animo speciale, è monotono ma contiene molti piccoli rumori, particelle che si riferiscono ad altri mondi, altre realtà. Sa molto di un documento di processo creativo, di vita tra sessioni di registrazione, spettacoli, viaggi tra luoghi e persone. Sto trattando il mio studio come un organismo vivente, con il suo comportamento talvolta intenzionale, altre volte irregolare.
“Drogi” (che in polacco significa “strade” o “percorsi”) è un omaggio a Bohdan Mazurek, uno dei principali compositori della musica polacca contemporanea, elettronica ed elettroacustica che per anni ha lavorato presso il famoso Polish Radio Experimental Studio, è una sorta di mondo a puzzle, un patchwork fatto di campioni e strutture sonore per lo più dai miei archivi. Mostra i miei diversi approcci al sound design e agli esperimenti in studio, delle mie prime registrazioni dell’88 o 89 – avevo solo 12 o 13anni! – al software moderno… quindi in qualche modo è un disco sentimentale.
In realtà tutti e 3 i dischi sono sentimentali.
FO: La techno complice anche l’accesso a nuova strumentazione si è spinta verso nuovi orizzonti e nuovi generi. Anche l’audience ha ampliato i propri ascolti in parallelo con il lavoro dei musicisti. Resta il fatto che un lavoro come ad esempio “BTWN” sarà piuttosto complicato da portare su un dancefloor…
JS: Questo è vero, ma in questo particolare momento lo trovo pericoloso. C’è così tanta attrezzatura, tanti nuovi produttori, così tanto da fare e ascoltare…alcuni dei produttori e gran parte del pubblico si perdono in questa condizione.
D’altra parte, se il pubblico allarga i propri ascolti, non dovrebbe esserci alcun problema a usare i miei progetti recenti nella situazione live. Non vedo “BTWN” così complicato da suonare sul dancefloor. L’ho già fatto un paio di volte e su un buon sistema audio viene fuori un bel muro di suoni organici. Ti ci puoi immergere facilmente…per quelli che hanno bisogno di un ritmo diretto sono anche in grado di adattarmi in qualsiasi momento. Ma non penso sia necessario…
”BTWN” potrebbe funzionare bene come strato aggiuntivo su tracce techno / percussive. È musica profonda e universale.
Sono pronto per live set differenti…dagli eventi di piccole gallerie ai grandi festival.
FO: Come ti sembra la scena club attuale rispetto a qualche decennio fa? Il mondo del club quanto è cambiato secondo te? Ci saranno sviluppi particolari nel futuro? Qual è la tua idea di futuro?
JS: Sono fuori dalla scena del club in questo momento…ci sono un sacco di cose in tutto il mondo: grandi eventi commerciali da un lato e puro movimento underground dall’altro. La cultura dei club è cambiata molto e non è così interessante per me a questo punto. Mi piace presentare la mia musica ad un buon party / club, ma allo stesso tempo mi piacciono i piccoli spazi di gallerie intime o le sale da concerto.
La mia idea sul futuro è di concentrarsi sulle frequenze, non sul ritmo… puoi trovare “ritmo” ovunque a livello atomico e quindi posso chiamare il mio “BTWN” un album ritmico.
Mi piace “suonare” su uno spazio particolare utilizzando la sua acustica come anche suonare solo un “set” nel club. Mi piace provocare situazioni audio non così ovvie, lasciando molto spazio all’immaginazione.
FO: Siamo curiosi anche di approfondire circa la musica elettronica a Varsavia e in Polonia. Come viene influenzata? Oggi è legata a qualche nume tutelare? Quanto è condizionata dalla società odierna?
JS: Beh, penso che stia esplodendo come dappertutto. Ad essere sinceri sono un po’ fuori dal giro… Ci sono così tanti nuovi club ed eventi, molta confusione commerciale attorno al fenomeno techno, che non mi piace, viceversa molti movimenti underground che si intersecano, focalizzati sulla costruzione di collettivi, gruppi basati sull’uguaglianza e il rispetto. Speriamo che si andrà in questa direzione.
FO: Quest’anno Recognition festeggia i suoi venti anni di attività, hai in mente qualcosa di speciale? Qual è l’idea principale dietro la tua etichetta discografica? Sei aperto a scoprire o collaborare con nuovi artisti?
JS: Questo è vero! Il tempo scorre veloce. È piuttosto difficile gestire un’etichetta in questi giorni, soprattutto perché lo sto facendo quasi da solo. Ma ci sono stati tanti grandi dischi e momenti speciali negli ultimi venti anni. C’è sempre posto per i miei amici e altri artisti di talento…per esempio l’anno scorso abbiamo avuto l’elettronica hi-tec di Ostrowski e il bizzarro album dei Sroczynski e anche i beat di Jacknametrouble – le avventure in musica sono la cosa più importante. Ad essere onesto, sto pensando ad una piccola pausa da questa attività…ma, a memoria, lo dico ogni anno.
FO: Come ti sei trovato a collaborare con Uwe Schmidt. Che rapporto vi lega?
JS: Oh questo è un vero viaggio, conosco Uwe da molti anni…il suo album “I Repetitive Digital Noise” è stato uno dei miei preferiti durante la mia adolescenza – così come molti altri. Dopo più di dieci anni l’ho rilasciato su Recognition nel 2006. Da allora siamo in contatto…intendendoci sempre di più. Sono stato un paio di volte a Santiago e lui è venuto qui a Varsavia. È un produttore molto aperto che sviluppa costantemente le sue idee e abilità. Il suo flusso di lavoro è molto stimolante. Recentemente abbiamo suonato insieme un paio di set ambient/sperimentali come ad esempio al Center of Modern Art di Varsavia. Ho pubblicato uno dei miei album sulla sua etichetta NO. dal titolo “Nomatter”.
Abbiamo appena terminato il nostro primo album in studio che uscirà entro la fine dell’anno, ti prego di darci un’occhiata. Ci sono sempre un sacco di conversazioni interessanti con Uwe non solo su musica e tecniche di produzione, ma anche su filosofia, cosmologia, numerologia e tempo …
FO: Gli artisti negli ultimi anni hanno riscoperto le fonti della musica elettronica, anche qui in Italia è successo con lo Studio di Fonologia della Rai di Milano. In “Drogi” ti sei concesso un’escursione nella musica concreta / proto-elettronica, qual è il tuo legame con essa? Come mai hai deciso questo omaggio a Bohdan Mazurek e al Polish Radio Experimental Studio?
JS: Sono stato un grande fan di questo studio fin dalla mia infanzia – puoi trovare alcuni effetti sonori e canzoni realizzati dal SEPR in molti progetti come cartoni animati e film. Anche Krzysztof Penderecki – il più famoso compositore polacco – ha lavorato lì. Il mio attuale studio a Varsavia è a pochi di metri di distanza dalla Polis Radio!
“Drogi”, (pubblicazione congiunta di CD su Bołt / Recognition) è il mio omaggio personale a Bohdan Mazurek, il mio produttore / ingegnere preferito dello studio e purtroppo anche il meno conosciuto. Le sue composizioni sono caratterizzate non solo da un’estetica sonora sintetizzata molto sofisticata, ma anche da distinte anticipazioni di generi di musica elettronica più popolari, come l’ambient o l’Intelligent Dance Music. Tuttavia, quello che è stato ancora più importante per me è il fatto che in un certo senso la musica di Mazurek e la mia musica condividono una sorta di attitudine comune: da un lato molto seria, anche amara, d’altra parte – è piena di stramberie interne e colpi di scena improvvisi nella narrativa. Il particolare senso dell’umorismo è quello che mi ha colpito mentre leggevo di più su Mazurek, così come il suo atteggiamento nei confronti della natura, in particolare della montagna. Sembrava che in numerose occasioni andasse dritto nel suo studio dopo essere tornato da un’escursione. In realtà, capita anche a me abbastanza spesso!
* * * * * ENGLISH VERSION * * * * *
FO: “IMOW”, “BTWN” and “Drogi” impressed us a lot, they are very inspired works! How is this trilogy born? What is the connection between the album title and the work you have done? Can you tell us about the “stages of gestation”?
JS: I’m glad to hear that. It was a long process… all 3 records were made in parallel in 2018.
“IMOW” (In My Own Wave) is my diary of last years. It’s a personal record, very complex but it’s not overwhelming. From cinematic ambient to abstract noisy soundscapes made using many different tools. Eight tracks on vinyl only release are accompanied by art videos made by Katarzyna Korzeniecka which we presented in one of the gallerires here in Warsaw (this March) together with a special art version of the vinyl / cover from “IMOW”. This collaborative audio/video work is planned to be shown at various art and music related events throughout 2019.
“BTWN” (Between) looks like 100 % ecological & organic – it’s for free on my bandcamp page! – because it is made from studio / sound waste and leftovers…from feedbacks, hang-up notes to malfunctions and digital glitches and conversion errors. It has this special mood, it’s monotone but contains many small noises, particles it refers to some other worlds, another reality. It is as much a document of creative process, life between recording sessions, performances, travels, between places and people. I’m treating my studio as a living organism, with its sometimes purposeful, sometimes erratic behaviour.
“Drogi” (which in polish mean “roads” or “paths” ) is made as a hommage to Bohdan Mazurek, one of the key composers of Polish contemporary electronic and electro-acoustic music, for years working at the famous Polish Radio Experimental Studio, it’s a puzzle world sort of a patchwork made of samples and sound structures, mostly from my archives. It shows my different approaches to sound design and studio experiments, from one of my first recordings from 88 or 89 (I was 12-13 years old! – to modern software… so in some part its a sentimental records.
Actally all 3 records are sentimental.
FO: Techno music – also thanks to the accessibility to ever new instrumentation and hardware – has moved towards new horizons and new genres. The public also expanded their listening in parallel with the work of the musicians. The fact remains that a work such as “BTWN” will be rather complicated to play on a dancefloor…How do you plan to manage your upcoming live performances?
JS: That is true, but in this particular moment I find it dangerous. There is so much equipment, so many new producers, so much to do and listen…some of the producers and big part of the audience are lost in this situation.
In the other hand if public expended their listening It shouldn’t be any problem to use my recent projects it in the live situation. I don’t see “BTWN” as complicated to play on the dancefloor. I already plaid It couple of times and on a good sound system, it’s just a beautiful wall of organic sound. You can easily dive into it…for those who need a direct rhythm I’m able to put in on top of it anytime. I don’t think it’s necessary… “BTWN” could work well as an additional layer on techno / drum tracks. It’s a deep and universal music.
I’m ready for a different live sets …from small gallery events to big festivals.
FO: How does the current club scene look like compared to a couple of decades ago? How much has the club environment changed in your opinion? Will there be any particular developments in the future? What is your idea of the future?
JS: I’m off the club scene at this moment…there is a lot of things going on all around the world – big comercial events from one side and pure underground movement from the other. Clubs culture changed a lot and it’s not so interesting for me at this point. I love to present my music on a good party / club but in the same time I enjoy small intimate gallery spaces or concert halls.
My idea of the future is to focus on frequencies not the rhythm… you can find some “rhythm” everywhere on atomic level, therfore i can call my “BTWN” album rhytmic.
… I like to “play” on a particular space using its acustic then to play just a “set” in the club. I like to provoke not so obvious audio situations, leaving a lot of space for imagination.
FO: We are also curious to learn more about electronic music in Warsaw and Poland. How is it affected? Is it today tied to some “tutelary deity”? How much is conditioned by today’s society?
JS: Well, I think it’s booming like everywhere else. To be honest I’m little bit off the loop… there is so many new clubs and events, a lot of commercial mess around techno fenomena which I don’t like on the other hand some intersecting underground movement, focused on building collectives, groups based on equality and respect. Let’s hope it will go this way.
FO: This year Recognition celebrates its 20 years of activity, do you have something special in mind? What is the main idea behind your record label? Are you open to discover or collaborate with new artists?
JS: That is true ! Time is running so fast. It’s quite difficult to run a label this days especially because I’m doing it almost alone. But there was so many great records and special moments in the past 20 years. There is always place for my friends and other talented artists… for eg. last year we had hitec electronics by Ostrowski and weird Sroczynski album as well as Jacknametrouble beats – adventures music is the most important thing. To be honest I’m thinking about little break from it…. but as I remember I’m saying this every year.
FO: How did you find yourself working with Uwe Schmidt? What is your relationship? How did you approach the work to be done together?
JS: Oh that’s a real journey, I know Uwe since many years…His “I Repetitive Digital Noise” – album was one of my favorite albums in my teenage years (like many others). After more then ten yaers I’ve re-released it on Recognition in 2006. Since then we are in contact…knowing each other more and more. I was a couple of times in Santiago, he was here in Warsaw. He’s very open minded producer constantly developing his ideas and skills. His workflow is very inspirational. Recently we played couple of time together ambient experimental sets like this one in Center of Modern Art in Warsaw. I’ve released one of my albums on his NO. Imprint – It was called “Nomatter”.
We just finished our first studio album which will be out later this year, please check it out. There is always a lot of interesting conversations with Uwe not only about music and production technics but philosophy, cosmology, numerology and time…
FO: Artists in recent years have rediscovered the sources of electronic music, even here in Italy it happened with the Rai Studio of Phonology in Milan. In “Drogi” you allowed yourself an excursion into concrete / proto-electronic music, what is your link to the early electronic music? Why did you decide this tribute to Bohdan Mazurek and the Polish Radio Experimental Studio?
JS: I was a big fan of that studio since my childhood – you can find some sound effects and songs made by SEPR in many projects like cartoons and movies. Even Krzysztof Penderecki – the most famous polish composer worked there. My current studio in Warsaw is just couple of hundreds of meters from the Polis Radio!
“Drogi” (joint CD release on Bołt/Recognition) is my personal homage to Bohdan Mazurek, which is my favourite producer, engineer from the studio, and sadly less known. His compositions are characterized not only by very sophisticated synthesized sound aesthetics but also by distinct anticipations of more popular electronic music genres, such as ambient or Intelligent Dance Music.
However, what was even more important for me is the fact that to some extent the music of Mazurek and my music share some sort of a common mood: on one hand very serious, even bitter, on the other hand – full of insider jokes and sudden twist in the narrative. The peculiar sense of humour is what stroke me while reading more about Mazurek, as well as his attitude towards nature, especially the mountains. It appeared that on numerous occasions he was going straight into his studio after coming back from a hiking trip. Actually, It happens to me quite often as well!