Avete mai fatto un giro per Pigalle senza le Guide Routard che vi spunta dalla tasca del ginz (ma, piuttosto,) con una fisarmonica a portata di mano e il Mouline Rouge a portata di sguardo allupato? Se sì o se nò, fidatevi ad occhi chiusi di questo disco impressionista che, attraverso i suoi tentacolari sapori mitteleuropei e world, si auto-proclama guida turistica dalle tremila risorse.
Tante le stazioni del percorso all’aria aperta: dalla nouvelle cucine elettronica tipo colonna sonora gattona al cus cus impastato di percussioni che mai stancano – batik e djambè – derivazione Capoverde.
Emmanuel [S]antarromana, con la “esse” in parentesi quadra, ci piace soprattutto per quella cerniera mai snob che riesce a saldare il retrogusto di bello stile personale mischiato tra i sentimenti più capricciosi della grande realtà metropolitana.
“Saint Germain Des Prés” (con la featuring di Andrée Putman) ti fa lo swing; Mike Ladd rappa in “Les Halls” e alla lontana ci rammenta Paris; “Opéra” invita sotto l’anomalo ombrellone che nasconde spartiti vivaldiani e minimalismo glitch-kitsch – sembra un ossimoro, ma non lo è; “Chateau Rouge”, allegra di africanismi distanti da ogni colonizzazione, supportati dalle corde vocali importanti di Hadja Kouyaté.
Non senza qualche inciampo (traccia 6, che ci stai a fare?), Cicerone-Emmanuel ci accompagna fino all’ultima stazione, dopo un tragitto durato un’oretta scarsa, regalandoci un sentito commiato live (“Métropolitain”) sotto forma di agrodolce serenata di strada.
Autore: Sandro Chetta