“I Tre Allegri Ragazzi Morti virano sul reggae/dubstep”. Ascolto alla radio perplessa quest’affermazione durante un’intervista e la prima cosa che mi chiedo da fan e adolescente è “perché?”. Certo è necessario evolversi, cambiare linguaggi e codici per arrivare a tutti e rinnovarsi un po’, ma a noi che di adolescenze ne abbiamo vissute un po’ i TARM piacciono così: nostalgici come “il mondo prima”, profondi come ne “La salamandra” ma soprattutto ribelli. Ci è piaciuto gridare con loro “Non saremo mai come voi!” per sentirci diversi, speciali e incompresi. Personalmente ho apprezzato pochissimo “Dimmi”, ma l’amore per gli Smiths mi impedisce di essere obbiettiva. Se ci si sofferma (impossibile non farlo) ad ammirare il pubblico di fans è palese il ricambio generazionale, sconvolgente la loro necessità di complimentarsi con e di richiedere un abbraccio. Quale che sia il genere scelto, i TARM arrivano ai cuori degli adolescenti, che sia la prima, la seconda o la terza adolescenza, perché allora non mi potrei spiegare la presenza in fondo alla sala di 30/40enni con lo stesso entusiasmo dei teenagers delle prime file.
Lo spettacolo ha le stesse modalità tra Circo e avanspettacolo, ma nostalgicamente non stanca. Sempre geniale la richiesta di un bel “vaffanculo” corale da ricevere dal pubblico, per tenere sempre i piedi ben saldi a terra.
“ Iprimitivi del futuro”, omaggio a Les Primitifs du Futur, gruppo jazz del grande disegnatore Robert Crumb è un bell’album, azzarderei nel definirlo “più maturo”. Che sia un tentativo per uscire dall’icona adolescenziale per trasformare la loro vecchia “rivoluzione sessuale” in una rivoluzione sociale? (L’ultima rivolta nel quartiere Villanova non ha fatto feriti). Bellissima “Codalunga” e suggestiva “La cattedrale di Palermo”. Piacevole il passaggio dal rock’n’roll al dubstep di “Prova a star con me un altro inverno a Pordenone”. Sempre imbarazzante “Mio fratellino ha scoperti il rock’n’roll”, e sempre commovente “Occhi bassi”.
Ad ogni modo il loro apporto l’hanno sempre dato, dai fumetti di Davide Toffolo alla fondazione della casa discografica “La Tempesta” che continua a tirar fuori nomi interessanti, e speriamo non smettano di far sentire più grandi i giovani, e più giovani noialtri!
Autore: Serena Ferraiolo
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