Prima volta dei Settlefish nella città partenopea, questa data l’avevano fortemente voluta e finalmente eccoli a suonare la loro musica su una strumentazione vintage fondamentale per la trasmissione del loro tipo di suono. I Settlefish, seguendo l’ormai prestabilito copione, così come avvenne anche a Salerno, suonano le canzoni del loro nuovo cd “The Plural Of Choir” e non cedono alla tentazione di aggiungere alla loro esibizione anche le note di “Dance a While, Upset”. Non lo fanno probabilmente perché vogliono che le atmosfere vecchie e nuove non si confondano e nello stesso tempo preservano la melanconia a tratti arrabbiata dell’ultimo lavoro. The Funeral Marriage Man, It Was Bliss, We Please The Night, Drama, The Barnacle Beach sono sicuramente i momenti migliori del concerto, durante il quale Jonathan e compagni sfoggiano compattezza e, altra importantissima cosa, mostrano come riesce ad essere naturale un gruppo come il loro, che ormai di esperienza live ne ha accumulata parecchia. Tra il pubblico pochi sono i veri appassionati della band, gli altri sono lì fondamentalmente per ascoltare e capire ma in ogni caso la partecipazione è calorosa ed attenta durante tutto il protrarsi dello show e alla fine i commenti sono per lo più positivi.
Accolto con entusiasmo anche l’opening-act dei napoletani Rain Against The Sky, capaci di combinare malinconiche melodie vocali (delineate da una voce femminile, nel loro caso) con un muro di chitarre notevole, repentini cambi di ritmo e piacevoli “sospensioni” armoniche degne degli Apleseed Cast più eterei. Una band dallo stile ancora non particolarmente personale (ho sentito associarli anche ai Gathering, o addirittura agli Evanescence, per via del contrasto chitarre pesanti/voce di fanciulla), ma con un’indubbia capacità nello scrivere canzoni dal forte impatto “fisico”, ma allo stesso tempo ricche di interessantissimi spunti melodici.
Autore: Daniele Lama foto: Renata De Luca