Tratto dal romanzo di Massmo Carlotto: Giorgio è un ex terrorista di sinistra che decide a tutti i costi di essere reintegrato nella società. Per farlo ci vorranno cinque anni di buona condotta e così si consegna alla polizia italiana. Su suggerimento del vice questore della Digos Anedda, l’ex terrorista confessa i nomi dei suoi vecchi compagni.
Deciso nel suo riappropriarsi della vita che non ha mai avuto non si fermerà davanti a nulla mietendo vittime e interrogandosi sulla sua condotta votata al crimine.
“La peggio gioventù” si lascia raccontare. Sulle note di Caterina Caselli, Alessio Boni incontra sul suo cammino violento Isabella Ferrari, moglie disposta a tutto per il marito e Michele Placido, Anedda.
Intreccio tra moralità e contesto sociale, Soavi prende il peggio degli anni 70.
Rappresentazione di crimini che non risparmiano nessuno, neanche la vita privata che sembra prendere il verso giusto.Vita corrotta, violenta e senza scampo.
Vero personaggio del film è un bravissimo Placido, con un forte accento meridionale, capace di oscurare il bell’Alessio Boni.
Le figure femminili così poco interessanti e quasi senza stile.
Il racconto viene faticosamente trascinato dalle parole della Caselli che come un tarlo risuonano nelle nostre orecchie senza dare spazio a nessuna delle scene del film.
E così, canticchiando “insieme a te non ci sto più”, tiriamo un sospiro di sollievo e andiamo via annoiati.
Autore: Chiara G