La storia si ripete ciclicamente e così come è accaduto nelle varie fasi in cui il rock australiano ha avuto un’esposizione mediatica internazionale più vasta, alcuni gruppi ottengono un risalto maggiore rispetto ad altri, non tanto per la qualità musicale proposta, quanto per la fruibilità che riescono a dare alle loro canzoni, in termini di richiamo per il pubblico mainstream. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello dei Delivery che hanno pubblicato nel 2022 “Forever Giving Handshakes” un ottimo disco d’esordio che non solo ha ricevuto le attenzioni di un nome importante del gotha mondiale del rock, Henry Rollins (che lo ha fatto ascoltare nel suo show su KCRW), che ha spinto, insieme all’attenzione ricevuta dai media britannici, in alto il loro nome tanto da fargli intraprendere nel biennio successivo ben quattro tour mondiali, cosa assolutamente non facile per un gruppo indipendente nato per tenersi in esercizio durante il lockdown causato dalla pandemia del Covid-19.
I Delivery, sono una band di cinque elementi di Melbourne che si caratterizza per l’uso variegato delle voci, infatti quattro dei cinque membri cantano a turno le canzoni oltre a contribuire tutti alla loro stesura. Il nucleo centrale della band ruota intorno alla coppia formata da James Lynch e Rebecca Allan con il primo che ha fatto parte di gruppi come The Vacant Smiles e Kosmetika e la seconda che aveva suonato in Gutter Girls e Blonde Revolver, mentre il resto della band conta oggi Liam Kenny alla batteria, Scarlett Maloney e Jordan Oakley alla chitarra e alla voce, non presenti nelle registrazioni dei primi lavori, membri attivi della formazione che si è esibita nei concerti.
L’idea principale era quella di creare un gruppo che suonasse punk di quanto Lynch fosse abituato e meno punk dei trascorsi della Allan. Un mix che è stato realizzato in maniera accurata tanto da venire apprezzato sia in patria che in Europa.
Dopo i riconoscimenti ottenuti dalle prime prove discografiche è arrivata la firma per la Heavenly Records che pubblica il nuovo album Force Majeure chiamato a confermare quanto di buono proposto sino ad ora. Il nuovo disco contiene 12 brani con atmosfere postpunk, con accenni wave, che vanno dritti al loro obiettivo senza pause o inutili interruzioni. Non è mai caotico o disordinato, ma suona teso, solido e intenso.
Fin dall’esplosione iniziale di “Digging The Hole”, è chiaro che il quintetto lascia la sottigliezza alla porta, mettono in rapida successione una serie di brani dal piglio allegro nell’incedere musicale con testi che analizzano con ironia e un pizzico di cinismo la follia e la monotonia della vita quotidiana. Per questo le prime critiche hanno tirato in ballo similitudini con gruppi come Parquet Courts, colossi come Gang Of Four e The Wire, ma come sempre ciascun ascoltatore può ritrovare similitudini diverse in ogni brano ascoltato.
Ad esempio in “The New Alphabet”, brano che smorza un po’ la tensione e i ritmi del disco, gli echi evidenti rimandano sia ai Feelies che ai maestri Television, sono più che evidenti. In “Deadlines”, la band affronta gli effetti schiaccianti della vita d’ufficio e l’abitudine fin troppo familiare di vivere per il fine settimana. Sebbene questi temi possano sembrare deprimenti, i Delivery li trasformano in stompers da sballo che durano solo tre minuti.
La new wave esce in maniera decisa nel brano “What Else?”, una canzone che parla di perdita della fede e della pazienza tutta sostenuti su synth, drum machine e linee di basso che erano più presenti nel disco precedente, mentre oggi tutto il suono è essenzialmente chitarristico. Man mano che l’ascolto di Force Majeure prosegue, si ha la netta sensazione di un gruppo in crescita e consapevole del ruolo che sta assumendo.
Altri brani da segnalare sono “Only A Fool” che rappresenta un momento fondamentale dell’album, per come cattura l’energia collaborativa e lo spirito avventuroso della band. La jam conclusiva “Exacto” sottolinea il loro fascino di live-band.
Force Majeure è una fotografia precisa dell’evoluzione dei Delivery come band, in grado di bilanciare l’energia e il mix dinamico di stili e stati d’animo di un’album coinvolgente dall’inizio alla fine, offrendo qualcosa di nuovo a ogni ascolto.
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