Formatisi a New York nel 1970, ma trasferitisi già l’anno successivo a Parigi nel tentativo di trovare una scena meno satura rispetto a quella statunitense (e in Francia ribattezzatisi Ice dopo il distacco dal gruppo del vocalist Bobby Boy, tornato negli States in cerca di fortuna come solista), i Lafayette Afro Rock Band sono stati un collettivo funk non particolarmente longevo, giunto al capolinea già nel 1978 dopo aver pubblicato una manciata di dischi in rapida sequenza. Rimasti “nome minore” durante il loro periodo di attività, nel corso degli anni i Lafayette Afro Rock Band sono però stati riscoperti a più riprese anche e soprattutto per merito della generazione hip-hop, la quale in un trentennio circa ha letteralmente saccheggiato il repertorio del gruppo apprezzandone in particolar modo l’uso dei break beats, al punto che gente come Public Enemy, De La Soul, Digital Underground, Gravediggaz, Wu-Tang Clan, LL Cool J, Janet Jackson e Jay-Z hanno attinto a piene mani da albums come “Soul Makossa”, “Malik”, “Frisco disco”, collezionando una serie preziosa di samples.
Applausi quindi alla Strut per aver deciso di ristampare questa compilation riassuntiva pubblicata originariamente nel 1999 – adesso riproposta con scaletta lievemente aggiornata per dare spazio a due brani mai apparsi prima su cd – offrendo nuovamente la possibilità di godersi questo concentrato di grooves incandescenti alimentati dal fuoco poliritmico africano e da irrefrenabili tizzoni disco.
Autore: Guido Gambacorta