Nel loro quarto disco i maliani Tamikrest, fratelli minori dei Tinariwen, continuano a fondere musica e tematiche sociali. La loro attenzione è sempre puntata sui conflitti tra gli indipendentisti, i gruppi islamici legati ad al-Qaeda e le forze governative. “Kidal”, titolo del nuovo album, oltre ad essere il nome della loro città è anche il crogiuolo di questi conflitti. Ad accompagnare i testi dei brani la band utilizza sonorità legate al blues delle origini (“Manhouy inerizhan”), ma lo spettro sonoro si ampliaal rock (“War tila eridaran”, “Adoutat salilagh”), per poi diventare più riflessive e rivolte su loro stesse (“Atwitas”). L’utilizzo e il modo in cui si alternano, o si incrociano, gli strumenti a corda, elettrici ed acustici, è magistrale. Sentire per credere “Mawarniha tartit” con chitarre ora lontane, ora vicine e l’elettro-acustica “Tanakra”, dotata di una circolarità, che lo rende il brano più profondo. Un disco pieno di musica avvolgente.
https://www.facebook.com/tamikrest/
autore: Vittorio Lannutti