TomViolence è uno dei brani più sperimentalmente noise dei Sonic Youth, si trova in “Evol” pubblicato nel 1986, per chi ha curiosità filologiche, tuttavia, il gruppo in questione del noise di stampo newyorkese riprende solo pochi tratti, preferendogli un post rock sospeso tra aggressività e malinconia. I novi brani di questo esordio sulla lunga distanza, che segue il demo “Verginity” del 2004, infatti, hanno in buona parte un’impostazione acustico-melodica, nella quale danno il loro notevole contributo melanconico un violino e alcuni strumenti a fiato che sostengono pianoforti e chitarre acustiche. “Too steaming to impress” per esempio ha un intro con un piano così struggente da riportarci al brano “October” dei primissimi U2. La loro propensione ad un post rock più vicino a quello italiano come Bartok o Giardini Di Mirò e per altri versi a quello Usa dei Saeta emerge nella profondità degli interludi e negli intrecci tra chitarre elettriche e violini di brani come “Another fascion victim”, nella evocativa e riflessiva “Walthmastow central” e nei sussurri che lasciano lo spazio alle chitarre vibranti di “Heartbeat”. Quando al centro ci sono soltanto le chitarre che lavorano (“To set something”, “Quiete good not song”), queste hanno sempre un’enorme difficoltà ad aggredire, preferendo implodere. Questo esordio dei Tomviolence segna un altro grande centro per la label fiorentina Black Candy, che ultimamente sta pubblicando quasi tutti lavori di ottimo post rock.
Autore: Vittorio Lannutti