Nelle due immagini di copertina Julianne Raye ti guarda di sbieco, con uno sguardo in cui si intuisce quasi il desiderio di sfida con l’ascoltatore.
Per giorni non ho avuto voglia di raccogliere la sfida, e ho lasciato il cd a prendere polvere su un mobile: ogni tanto il mio sguardo incrociava quello di Julianne e per istinto si rivolgeva altrove. Poi quello sguardo ha vinto, sapevo che l’ascolto di Restless night mi avrebbe assorbito per giorni e giorni e avrei trascurato il resto e così è stato: difficile restare indifferenti già al primo pezzo, the man that time forgot, un blues che sembra scritto da Nick Cave e cantato da Anita Lane.
Si prosegue con New Moon, che ti trasporta in un nightclub di Shangai in un film in bianco e nero, e con gli altri otto pezzi in cui ora la chitarra tremolo ora la pedal steel ti accompagnano in una strada secondaria e deserta della provincia americana, magari tra la California e il Mexico: ci si sente dei viandanti senza una meta precisa, come in un film di Wenders e la polvere le si è accumulata sul cd sembra quella del deserto.
Autore: Massimiliano Zambetta