Inevitabilmente (specie ad inizio carriera) moltissime bands, prima che contemplino pezzi propri, transitano nel crocevia delle covers di brani che hanno influito sulla loro crescita musicale. La finalità è quella di farsi le ossa ma, al contempo, anche quella di perseguire il ludico suonare. Poi pulsa la voglia di scrivere qualcosa d’inedito per arrivare ad esordire con il primo, fatidico, album. Il quintetto veronese dei RedSWine lo fanno con i 7 pezzi di “Clodhopper rock&roll”, foderati di buon old hard-southern rock. Ronzii di guitar si srotolano all’ingresso di “Guilty” per guarnire il tutto dell’energia necessaria e darci dentro di brutto, mentre “The last tale of a lover boy” ha l’andazzo più serrato con giri d’accordi tarati a puntino per far roteare al meglio l’aspetto ideativo, ricorrendo anche a tratte più placide per non catalizzare troppo la grinta sul fronte: soluzione questa che era uno dei fiori all’occhiello dei Deep Purple. “My baby” è un singolo parecchio Zeppelin-iano con distorsioni di gusto e pertinenza di riffs, orlati in simbiosi centrata con la vocalità di Mattia Mazzucato e con annessa fuga d’assoli chitarristici in coda.
Non c’è dubbio che le idee le fan circolare con fantasia schivando l’alea di conferire alla tracklist una linearità poco variabile. Quindi giocano con i controtempi di “No waltz for the boss” con fermo credo hard, fino alla classica “Last night”: forse un tantinello al di sotto delle altre songs, però un tassello comunque verace che conferma la bontà dell’insieme.
Il combo scaligero sa bene che l’autenticità proposta in “Clodhopper rock&roll” rende queste sonorità immortali, in quanto l’immediatezza esecutiva è qualcosa che scorre senza malizia, adottata con soluzioni in piena schiettezza. Ecco perché vi accorgerete che in questo interessante esordio c’è tanto groove e nulla di studiato a tavolino e, finché saranno convinti che il rock& roll è ancora attuale sinonimo di rottura, porteranno avanti la lodevole missione di non piegarsi mai alle mode inconcludenti.
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autore: Max Casali