Nella discografia dei Belle & Sebastian, come i loro fan sanno benissimo, i singoli e gli EP hanno da sempre avuto un ruolo importantissimo: una miniera d’oro, tra inediti poi diventati dei classici del repertorio della band (“Legal Man” e “Lazy Line Painter Jane” tra gli altri) e b-side che non avrebbero assolutamente sfigurato negli LP. Per questo motivo la compilation “Push Barman to Open Old Wounds” (pubblicata nel 2005), che raccoglie tutte le pubblicazioni “minori” uscite fino al 2001, era davvero spettacolare, assolutamente consigliata anche ai fan meno “accaniti”.
“The Third Eye Centre” è la seconda compilation d’inediti e b-side della band di Glasgow, che raccoglie il materiale più recente, quello dei Belle & Sebastian dell’ultimo decennio.
Peccato che gli ultimi dieci anni di carriera di Stuart Murdoch siano tutt’altro che memorabili e, di conseguenza, la raccolta in questione sia tutt’altro che esaltante. La svolta ormai definitiva della band verso un pop rock “maturo” (“leccato” o elegante, fate voi) ha lasciato interdetti non pochi fans della “prima ora”, e non credo che i diciannove brani di questa compilation possano fargli cambiare idea.
Vi troverete ballate malinconiche da jazz club fumoso (“Long Black Scarf”), morbidezze easy listening (“Love On The March”), reminiscenze sixties (“Stop, Look and Listen”), remix non particolarmente esaltanti (a cura di Avalanches, Miaoux Miaoux e Richard X), ma anche l’insospettabile surf strumentale di “Passion Fruit”, e addirittura lo ska (!) di “The Eighth Station of the Cross Kebab House”.
Non troverete nemmeno qui la nuova “Get me away from here I’m dying” che aspettate da più di quindici anni e che speravate potesse spuntar fuori prima o poi in uno degli album dei Nostri.
Troverete una manciata di canzoni di cui probabilmente non sentivate assolutamente il bisogno. Ebbene si, questa volta si tratta di un disco raccomandato solo ed esclusivamente ai collezionisti, purtroppo.
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autore: Daniele Lama