Pungente e caustica, ma anche liscia, tonda e morbida, come un batuffolo d’ovatta intriso d’acido molecolare. Così è questa nuova fatica di Giorgio Canali & Rossofuoco, un gigeriano alien che non perde la sua durezza, la sua rabbia, la sua assenza di inutilità barocche, mantenendo però un’inconfondibile perfezione formale di linee a spirale, voluttuose, circocentriche. Un pugno in pieno stomaco acccompagnato dalla voce stracciata della stessa persona che ci ha cullato con Lezioni di poesia per poi farci sognare con Nostra signora della dinamite e ma che improvvisamente ci ha risvegliato con Nananà Nananà e fatto cadere dal letto con l’impeto di No Pasaran. Un disco strutturalmente completo, più ricco di armonie rispetto ai precedenti ma che mantiene il tanto amato fil rouge con la Regola #1: spaccare tutto.
Annunciato senza preavviso prima sui social networks e poi attraverso i canali più convenzionali, la musica di Rojo rispecchia perfettamente la sua copertina.
Qualcosa di buono, di importante, di veloce che emerge da una rossa nebbia che tenta di offuscare qualsiasi cosa. E Rojo ci riesce, ci riporta alla realtà. Rabbia, amore, poesia, coerenza. Parole trasformate in concetti e riportate in suono che ci accompagnano dal più classicheggiante Ci sarà alla electric ballad di La solita tempesta che sembra recuperare la tradizione rock italiana, cantata a due voci con Angela Baraldi. Poi arriva il tiratissimo singolo Carmagnola #3. Quello che era l’antipasto diventa piatto forte, “evviva il suono, viva il suono del cannone”. Ed il cannone Canali & (Rossofuo) Co. ce lo sparano in casa, la deflagrazione che proietta vetri e calcinacci dovunque ce la si può immaginare senza problemi.
Sai Dove, perla a metà dell’album, una invettiva contro ogni forma di gabbia (che sia culturale, politica o sociale) sembra essere quasi un grido generazionale, una fiammata a diecimila gradi fahreneit, impossibile da ignorare, risponde all’esigenza più volte provata di avere la possibilità di urlare verità purtroppo comunemente considerate indicibili. Rock anni ’70 con Risoluzione strategica #6, da ballare sulle ginocchia in attesa di Orfani dei cieli, in un perfetto continuum con Mme e Mr Curie, Settembre aspettando e Questa no.
Un’attesa, questa per Rojo, che è valsa la pena fino all’ultimo minuto. Consigliato.
Autore: A. Alfredo Capuano