Una voce tenebrosa e maledetta che fa molto “sto cercando di smaltire la sbronza di ieri notte”, ballate strazianti immerse in un tripudio di archi (“Song of Songs”, ma soprattutto “May I Harm None”), spruzzate dub (“Dolphinland”) che sembrano voler dire “veniamo da Bristol, ve ne siete accorti?”, pillole di psichedelia e soul, tanto per cercare di smuovere un po’ le acque (“Borderline Personality”). Il secondo disco dei War Against Sleep di Duncan Fleming, songwriter dall’animo dolente e la passione per occultismo e faccende di magia e misteri, è una collezioni di canzoni che lasciano al passaggio sbadigli e poco altro. Ma non doveva essere una guerra contro il sonno? E soprattutto: che fine ha fatto la festa dove avevate detto di volerci invitare? Qui ci sono solo un paio di signori benvestiti sbronzi e bottiglie vuote sul pavimento…
Autore: Daniele Lama – daniele@freakout-online.com