Disco di visioni ovattate, onirico galleggiante, piccoli sfoghi elettrici (Marlene), beatitudini di parole e concetti (Niente di nuovo). I torinesi Circolo Lehmann sanno come prendere i sensi dell’udito e trasportarli nel loro raggio poetico ondulatorio, lo sanno a perfezione tanto che il loro esordio discografico Dove nascono le balene sembra un elisir per abbeverare lo spirito arso da tanto vuoto musicale intorno.
Ecco, disco “colto” può riunire tutta l’estetica di queste dodici tracce, poetica e letteratura al centro di psichedelica (La nostra guerra, Nero a capo), cantautorato (Ulisse), metafisica (Dove nascono le balene) e timbri ibridi che arricchiscono il dentro di qualsiasi cosa sensibile, qualunque cosa che abbia una attenzione acuta.
Ispirati come sperimentazione primaria di gruppo dal libro Il Signor Lehmann di Sven Regener, i nostri dreamers indagano su equilibri poetici alti e li trasformano in gioielli sonori, isole di benessere totale, acustiche e no, misteri, onde ed echi di risacche inebriano l’orecchio.
Bisogna chiudere gli occhi mentre il disco transita sullo stereo, si chiudere gli occhi e staccare col mondo circostante e aspettare che la dolcezza arpeggiata di Cosa ci siamo persi strappi qualsiasi ancoraggio tra voi e il tutto. Esordio a tre stelle!
https://www.facebook.com/CircoloLehmann/
autore: Max Sannella