Rientro in scena per la bella cantautrice di Detroit, Holly Miranda, in scia con le “fortune” dei suoi precedenti tour e dischi che oltre a dilatarne la nomea l’hanno molto raffinata in stile e impatto; e riprende il viaggio sonoro con un gioiellino di cantautorato indie-folk che porta solamente il suo nome, undici tracce raffinate e particolarmente “out borders” ma di quello a modo, senza tante sbavature o elementi disturbanti, un bel disco intimo e poetico in cui l’artista americana rivede il suo io e la sua ottima poetica svolazzante.
Leggerezza, femminilità e spettri sonori teneri ricreano situazioni di volta in volta in bella sintonia con un ascolto rilassato e pensante, piccole gemme che hanno un non so che di scuola post-romantica che conferisce al tutto un fortissimo appeal radiofonico. Un disco dalla struttura cristallina, immagini nitide, sfumature mai complesse, quanto di meglio ci si poteva aspettare dalla scena americana di provincia, soprattutto quando si tratta di affidare i nostri momenti di voglia d’ascolto all’aria frizzantina di All I want is sto be your girl, al bluesy che tinge Everlasting, agli echi impalpabili Pelican rapids o all’intimità allo specchio che Heavy heart riflette ad intermittenza.
Per gli amanti dei non eccessi un disco che fa lezione, una eterea forza espressiva della quale sentiremo parlare molto domani, per il momento salutiamo queste percezioni cantautorali gradevolissime come una grazia quotidiana.
http://hollymiranda.com/
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autore: Max Sannella