Se amate il punk rock senza compromessi e il rock’n’roll che batte i polverosi sentieri dell’underground sulla scia ideale di grandi gruppi ad alto impatto sonoro ed emotivo come Radio Birdman, Celibate Rifles, Sonic’s Rendezvous Band, Stooges e MC5 allora avete trovato pane per i vostri denti con i Sonic Assassin. Di quella storia musicale i quattro sono i più degni eredi, come conferma anche il loro invidiabile background di “rock’n’roll soldiers”: la band italo-francese si compone di due leggende “sotterranee” come i fratelli Romano e Pippo Pasquini (A-10, Yage, Electric Manchakou, se non vi dicono niente questi nomi, andate a recuperare immediatamente i loro dischi!), del cantante francese J.P. “Rauky” Molinier (già leader dei transalpini Tabasko, oggi dei Little Green Fairy) e del chitarrista Cristiano Riccardi. I nostri ritornano ora con un nuovo album, a sei anni dal devastante “State is enemy forever”. E lo fanno alla loro maniera. Con un disco potente e diretto che esplode dalle casse dello stereo non appena attacca l’iniziale “Lost In Sick Romance”. Il sound dei Sonic Assassin è compatto e compresso, la sezione ritmica va a pieni giri come il motore di un Tir a tutta velocità in autostrada, la chitarra taglia riff su riff con la precisione di una lama, la voce di Rauky si muove in mezzo agli strumenti e pare essere sempre filtrata. Se “Looking For Your Love Again” è una torrida dichiarazione d’amore, “Grozny” è un anthem-punk dalle sfumature lisergiche (soprattutto nei solo di chitarra), “Right In Your Face” si rivela un mid-tempo potente e ipnotico. E non finisce qui perché i Sonic Assassin tirano fuori ancora diversi pezzi spettacolari tra cui la nostalgica “Never Be Alone”, la ballata psichedelica “Mirror Trip”, la veloce e aggressiva “Check Your Soul and Load Your Gun” e la corposa, splendida “Pi(ppo)nocchio’s Theme”. Ma due su tutti sono imbattibili: “More drugs more lies”, una pugnalata sonica che parte da un riff circolare ed esplode in un assolo deflagrante. E la più lirica “Gimme danger gimme what I need”, un brano dalla melodia a presa immediata, con una chitarra che disegna geometrie schizoidi con il wah-wah. Dedicato alla memoria di Lee Robinson, indimenticabile cantante degli A-10, “Downfall of Aces” è un grande disco che trasuda passione ad ogni singola nota. Non consigliato ai deboli di cuore né agli adepti dell’indie-rock, il contenuto sonoro di queste 12 canzoni è vero rock’n’roll di strada, pericoloso e senza compromessi. A voi la scelta: prendere o lasciare!
Autore: Roberto Calabrò