Cintquant’anni e non dimostrarli: non passa il tempo per Mark Olson, una carriera alle spalle con i Jayhawks e poi fino agli anni recenti con gli Original Harmony Ridge Creekdippers, tra i quali militava anche la sua allora moglie e musa ispiratrice Victoria Williams, e infine un percorso solista iniziato inspiegabilmente tardi (nel 2007 con The Salvation Blues) per il quale Olson ha recpuerato per strada la vocalist Charlotte Greig e il suo vecchio fidato musicista Gary Louris, nonché Michele Gazich il norvegese Ingunn Ringvold, tutti compagni di viaggio anche per questo secondo album da solista, Many Colored Kite, che può considerarsi l’album della consacrazione definitiva di questo suo nuovo progetto.
E anche l’album è un perfetto prodotto senza tempo: il folk delle origini degli Jayhawks non appare modificato, e tiene fermo il timone lungo la direzione segnata dai classici come Dylan, Baez, Simon and Garfukel.
Sembra davvero di fare un viaggio nel tempo con questo splendido disco, pieno di allegre e solari melodie ritmate come la title track, o la bellissima Little Bird of Freedom, che persino nel titolo cita i grandi classici del genere, ma ancora Bluebell Song o Your Life Beside Us, tutti pezzi di ampio respiro ritmico, di grande armonia orchestrale, di grande freschezza e solarità.
Non possono mancare ovviamente le ballate lente di sola chitarra acustica arpeggiata, altrettanto suggestive come Beehive, la romantica No Time to Live without Her, l’autunnale (non solo nel titolo) Wind and Rain. Many Colored Kyte insomma è un repertorio completo e ricco del folk più classico (non mancano nemmeno gli splendidi controcanti al femminile, affidati alla Greig), e anche della carriera stessa di Olson, per il quale lo si può forse criticare esclusivamente per una non enorme voglia di sperimentazione o di esplorazione.
Ma Mark Olson è così: una vita per il folk, senza compromessi e senza esitazioni. E scusate se è poco.
Autore: Francesco Postiglione