Ultimamente tango è sinonimo di trendy, fra album enciclopedici dedicati al genere e revival nei club notturni dei cinque continenti. Eppure è giusto osservare ogni progetto con la dovuta attenzione. Basta già un ascolto, allora, per assaporare a fondo “Sulle rive del tango – L’incontro”, sorta di volume 2 di una compilation ideata e prodotta dalla Microcosmo Dischi che dopo il successo critico e di vendita della raccolta d’esordio adesso punta più in alto.
L’etichetta del cantautore Joe Barbieri ci riesce anzitutto seducendo Vinicio Capossela, che per il volume 1 aveva detto “no, grazie” e che stavolta invece partecipa felice donando la meravigliosa “Scivola vai via”, tango-non tango straziante e lunare. Accanto al cantastorie di origini irpine, però, sfavillano altre gemme: “Man’s World”, ad esempio, classico soul di James Brown che grazie all’interpretazione di Natacha Atlas diventa quasi un canto da moschea. Ancora, Lura che esegue “Canta um tango”, episodio che intreccia erotismo e abbandono anche per merito dell’accompagnamento dei napoletani Kantango. Non secondarie sono la “Querer” che fu già colonna sonora delle performance del Cirque du Soleil e il lounge-mariachi di “Sur or no sur” realizzato da Kevin Johansen.
Qualcuno a questo punto potrà obiettare che alcune tracce siano più opache o fuori fuoco di altre, come “Maintenant” di Rupa o “Antes” di Amparo Velasco; o che le hit di Bajofondo Tango Club e Gotan Project siano delle ovvietà. Ed è legittimo obiettare. Eppure anche questi brani hanno un loro fascino, un’ombra che resta addosso e ammalia. Forse perché trascinano appresso il secolare pathos del tango, che tra le mani di Dario Deidda muta in un notturno jazz e in quelle della Istanbul Academia Project addirittura in un caos turco fatto di dub e noir, a traghettare nel 2010 nientemeno che l’introspettiva “Oblivion” di Astor Piazzolla. Perché tutti, sul bagnasciuga del tango, possano un giorno o una notte, ritrovarsi, o per la prima volta incontrarsi.
Autore: Melania Porto