Con il secondo disco del gruppo padovano vira verso l’elettronica. Le ambientazioni e le sonorità sono più grevi, questo è dovuto anche alla concettualizzazione che si cela dietro questi otto brani, vale a dire l’esplorazione dello spazio interiore attraverso coordinate astronomiche. I brani sono tutti dilatati, con un incedere lento e aperto, scavando nella profondità dell’inconscio, si tratta quasi di un’auto-terapia.
A caratterizzare questa catarsi interiore è il sovrapporsi di noises e di loops, su una base spesso lunga. Il limite di questo disco è che bisogna essere particolarmente ben disposti a certe sonorità. L’apparente asetticità (a volte tendente al mistico) dell’elettronica, in realtà si rivela troppo spesso greve. Un lavoro forse di passaggio per il trio.
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autore: Vittorio Lannutti