Nata in Unione Sovietica, in quel paese che oggi è il Kazakistan, Yuliya Yefremova in arte SoundSeeker, vive a Milano dal 2004 e si è perfettamente inserita nella scia musicale indipendente milanese nonostante che abbia ripreso a fare musica, dopo gli studi musicali e il diploma in conservatorio in URSS, solo dal 2018 qui in Italia.
Speaker di Blueslineradio, classificata più volte nelle top chart di ethnocloud e show4me per la musica indipendente, produttrice musicale, arrangiatrice, songwriter, ex-membro del duo Le Arcane, dal 2018 ha collaborato con molti artisti famosi ed emergenti producendo album di generi pop, rock, elettronico ed eseguendo concerti dal vivo a Milano e dintorni. Nel periodo della pandemia ha creato eventi musicali online coinvolgendo artisti a livello internazionale. Nel 2020 e nel 2021 è arrivata in semifinale all’ “International Songwriting Competition” che si svolge ogni anno a Nashville, negli Stati Uniti, e nel 2022 è stata nominata all’International Indipendent Music Award.
Ora l’inverno 2022 vede il momento tanto atteso dell’uscita del suo disco solista, Airone, con ben 24 composizioni (quasi del tutto) strumentali.
Un disco veramente sorprendente, che raccoglie le esperienze di Yuliya in questi anni, ma soprattutto mette in evidenza nel miglior modo possibile la contaminazione musicale che appartiene alla sua storia personale di persona al confine (biografico e culturale) fra Europa e Oriente, Est e Ovest, cultura occidentale e islamismo. “La mia musica è miscela di potenza slava e grazia orientale. Come un ricercatore chimico sta sperimentando la miscelazione di sostanze per ottenerne una nuova attraverso la reazione, io assaporando vari suoni cerco di indovinare una ricetta perfetta… da qui il mio nome d’arte Soundseeker”.
L’album va ben oltre lo stile ethno-elettronico con cui la stessa artista si definisce. Se l’ introduzione al disco di Ai o pezzi come Craft, o Dry Land o le percussioni e gli strumenti a corda di Through the Veil suonano fortemente orientaleggianti, Surreal o ancor di più Levitating si avvicinano addirittura al post rock con le meravigliose chitarre, le tastiere e gli archi emozionanti. E poi vi sono miscele di suoni e stili perfette come il violino di Cross the Line, o gli strumenti a corde di Ethernaut, o l’intricata trama di suoni di Cruzade, veramente al confine tra Oriente e Occidente. “Questo album è un tentativo di fondere insieme modernità e antichità, per esempio inserendo uno strumento antico come un violino cinese sul ritmo moderno di uno stile techno. O ancora fondere Est e Ovest con tamburi indiani e strumenti classici europei”.
Si percepisce in questo disco una vera armonia di suoni e stili, epoche antiche e moderne, e soprattutto una varietà di strumenti pressocché infinita, provenienti dalle tradizioni orientali come da quelle europee, antiche o terribilmente moderne come i loop di elettronica.
Tutto proviene dal pc o sono stati suonati realmente degli strumenti dal vivo? Sei sempre tu a eseguire tutti gli strumenti? Anche i cori tipicamente centroasiatici come per esempio in Opaque Light?
Perché alcune canzoni conquistano l’intero pianeta e altre no? Nessuno conosce la formula magica ma penso che siamo tutti d’accordo sul fatto che sia qualcosa di presente in ogni essere umano e quando un artista riesce a toccare quelle corde comuni attraverso la sua arte, tutti si sentono coinvolti e uniti. Qualsiasi attività creativa è prima di tutto una ricerca, una ricerca di qualcosa che non si è materializzato fino ad ora. L’entusiasmo non sta nel seguire percorsi conosciuti ma nell’avventurarsi nell’ignoto, scoprendolo e condividendo la gioia della scoperta con gli altri, attraverso la musica o la danza, trasmettendo alte vibrazioni della creatività. La mia idea di fondo è stata perciò l’unione senza alcun limite o regola, l’unione di diverse culture, epoche, generi. Con la mia musica cerco di mostrare che le diversità apparentemente incompatibili possono essere complementari senza creare nessun conflitto. Cerco di mostrare che tutto può coesistere in una maniera armoniosa e arricchire senza sottrarre. Vari strumenti acustici sono suonati dal vivo, non da me, ho utilizzato le registrazioni per combinarli dopo con i suoni moderni fatti dal pc. La cantante, francese, è Audrey Le Meur, lei ha dato la voce a tutti i brani dove sono presenti i cori. Abbiamo collaborato per anni, creando 2 pop album di cui sono autore sia dei testi che arrangiamenti.
Al di là della mescolanza di culture, suoni, stili, in realtà si sente un’impronta anche molto dream pop, persino post-rock, e non solo per il fatto che il disco è strumentale. Parlando del tuo stile, lo hai definito ethno-elettronico. Posto che gli stili sono solo etichette per gli artisti veri, hai percepito nel fare questo disco che ti stavi inserendo in una tradizione recente di generi musicali che oggi come oggi rappresentano forse le maggiori novità in fatto di creazione musicale?
In realtà non seguo alcun stile quando compongo i miei brani, entro in uno stato di coscienza alterata. In questo stato la percezione della realtà cambia notevolmente, ho dedicato anni di ricerche per poterlo spiegare. Di questo stato parlano tutti gli artisti quando creano le loro opere, è conosciuto nei secoli e lo chiamavano nei modi diversi… quello più poetico “l’arrivo della musa”. Ho la mia ipotesi di cosa si tratta, ovviamente è solo mia opinione basata sulle percezioni personali. Lo potrei descrivere come un “collegamento” a qualche campo d’informazione terrestre da dove uno può “scaricare i file” parlando la lingua moderna. La stessa idea aveva antropologo e filosofo Carl Jung. Ho una forte sensazione che sto materializzando qualcosa che in qualche maniera esiste già nel mondo invisibile in forma vibrazionale. Quindi se ho azzeccato un trend moderno è un puro caso, solo dopo aver fatto l’album ho cercato di etichettarlo con uno stile e non è stato facile.
Nel disco quello che colpisce maggiormente è la pluralità di suoni. Anche se in ogni pezzo la linea melodica principale è definita precisamente da uno strumento o (più raramente) da un canto, quasi ovunque nelle tue canzoni vi sono arrangiamenti e strumenti collaterali che non sono mai banali, perché arricchiscono e approfondiscono il pezzo. Come sei arrivata a questa concezione veramente complessa della singola canzone, e quanto tempo ti ha richiesto?
Mi posso definire un ricercatore dell’armonia. Il mio nome d’arte in parte lo rispecchia, ma la mia ricerca va oltre la musica. Il mio interesse principale è l’essere umano in particolare il subconscio. Sono nata con un dono dell’estrema sensibilità e nell’ambito musicale faccio sperimenti su me stessa studiando l’effetto che producono certi combinazioni dei suoni sul corpo e coscienza. Musica è una vibrazione, un’onda d’energia che fa effetto potente anche se a volte non ne rendiamo conto. Pitagora curava le malattie componendo i brani precisi per ogni disturbo sia fisico che mentale. Quindi nelle mie composizioni lo scopo principale è trovare le onde che vanno a influire in modo positivo e liberatorio il subconscio, poi i suoni giusti li trovavo sperimentando.
Per completare il quadro utilizzo anche il linguaggio del corpo per produrre l’impatto anche visivo. Nel passato ho collaborato con ballerina Alisa Gurova, una dei leader mondiali di stile global fusion, per creare i video musicali. Ora sto collaborando con una performer, Lika Karazina, che riesce perfettamente esprimere lo stesso messaggio musicale con una performance, perciò l’opera diventa più completa più d’impatto. Per ora stiamo collaborando a distanza. Lei si trova su un’isola in mezzo dell’oceano dove riesce produrre i filmati delle danze bellissime in pieno contatto con la natura. I risultati di questi collaborazioni si può ammirare sul mio canale youtube.com/@soundseeker.
Ora che il disco è uscito parlaci dei tuoi progetti prossimi venturi. Come intendi promuovere il disco? E’ già in vendita su tutti i canali (Apple Store, ecc.)? Hai inoltre intenzione di fare live coinvolgendo una cantante e una ballerina per renderli più d’impatto sia musicalmente che visivamente? Prevedi di essere da sola sul palco come musicista? Come farai con tutti gli strumenti dei tuoi pezzi? O hai già una idea di band che può accompagnarti in questa esperienza live che sicuramente sarà suggestiva? Dove hai programma di esibirti?
L’ Album è disponibile su tutti i canali e piattaforme, incluso Bandcamp.
A maggio Lika tornerà in Italia e abbiamo intenzione di fare gli eventi live che saranno più delle performance teatrali che un semplice concerto. Ci vogliono dei location particolari come un castello medievale o una villa antica per creare un’atmosfera adatta e partecipazione del pubblico limitato perché si tratta non solo della performance ma una sorta di immersione nella sensualità femminile, energia pura in tutte le sue manifestazioni, un ritorno alle origini, al modo in cui era stata concepita da Dio prima che l’umanità iniziasse a sopprimere e distorcere questa forza bella e potente.
https://soundseeker.net/
https://www.instagram.com/julia.efremova.98
https://www.youtube.com/@soundseeker/f
autore: Francesco Postiglione