“Una sera a Parigi” di Nicolas Barreau
Casa editrice: Feltrinelli
Anno pubblicazione: 2013
N. pagine 251
Prezzo: € 15,00
Il marketing è una grande cosa. Basta trovare belle parole, dare loro la giusta enfasi e il gioco è fatto. Pubblicizzare qualcosa, tuttavia, non è facile, non è una cosa che si può improvvisare, la si potrebbe quasi definire un’arte, visto che bisogna conoscere a fondo il linguaggio dei propri interlocutori per attirare la loro attenzione e per convincerli a scegliere un determinato prodotto, lasciando loro l’illusione di essere stati artefici di questa preferenza. E’ questa la netta sensazione che mi ha lasciato la lettura di “Una sera a Parigi” di Nicolas Barreau, peccato che non si tratti di un manuale di marketing. Tutt’altro!
Un’ottima operazione di marketing ha fatto in modo che lo scegliessi tra decine di altri titoli disponibili, peccato che la costruzione – tanto efficace quanto artificiosa – si sia sbriciolata dopo le prime pagine. Come si evince dal titolo, è un romanzo ambientato a Parigi: Alain Bonnard è il proprietario di un piccolo cinema d’essai, il “Cinema Paradis”, presso il quale ha indetto una rassegna di film d’amore un po’ datati. L’appuntamento è per ogni mercoledì sera e il pubblico non è mai numerosissimo, ma sufficiente a mandare avanti l’attività e a dargli un certo appagamento.
Tra i clienti abituali, Alain nota una ragazza dalla bellezza delicata, che indossa sempre un cappotto rosso ed è solita sedere alla fila n. 17. Dopo qualche settimana, Alain supera la propria timidezza e invita Mélanie, la ragazza con il cappotto rosso, a bere un drink dopo la proiezione. I due si ritrovano subito innamorati e si danno appuntamento alla settimana successiva. Mélanie, tuttavia, non si presenta all’appuntamento e sembra svanita nel nulla. Questo si svolge nelle prime venti pagine del libro, tutto il resto del romanzo è incentrato sulla ricerca della ragazza da parte del maldestro Alain che, di tanto in tanto, cerca conforto nell’amico Robert, consumato latin lover, che non risparmia critiche e non nasconde una certa insofferenza nei confronti della situazione. Insofferenza certo non paragonabile a quella del lettore, che si ritrova alle prese con un romanzo noioso, una storia banale, condita da una serie infinita di figure retoriche dalla debolezza imbarazzante.
Dopo pagine e pagine in cui la vicenda non fa altro che avvolgersi su se stessa, cercando di essere avvincente e assumendo quasi i contorni di un giallo sbiadito, Mélanie si rifà viva e i due tornano insieme felici e contenti.
Da segnalare, se si è amanti dell’amarcord a tinte rosa, l’elenco dei film citati nel romanzo. Nel caso si programmasse di vederne qualcuno, tuttavia, non c’è bisogno di sorbirsi l’intera vicenda di Alain e Mélanie: basta andare alla fine del libro, c’è un bell’elenco di titoli, che rende il compito meno gravoso.
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autore: Flavia Vitale