autore: Michela Aprea
Il 15 dicembre 1972, appena un giorno dopo la proiezione parigina, Ultimo Tango a Parigi approdò in Italia in anteprima nazionale alla Mostra del Cinema Libero di Porretta Terme. Ne guadagnò una reazione degna della più spietata inquisizione. La scintilla fu la denuncia di immoralità da parte di alcuni spettatori. Seguirono, dopo appena otto giorni di programmazione, il ritiro della pellicola dalle sale, il processo, con l’accusa di «esasperato pansessualismo fine a sé stesso» e, dulcis in fundo, il rogo, con la distruzione dell’opera deciso dalla Cassazione nel 1976, la condanna a due mesi di carcere per Bertolucci, Mario Grimaldi (il produttore), Marlon Brando e Maria Schneider (rispettivamente, Paul e Jeanne, i due protagonisti della “scandalosa” sequenza di amplessi – in foto una delle tante scene di nudo) nonché l’interdizione dal voto per il regista.
Al centro della disputa la fin troppo citata scena del burro, (tra l’altro inventata di sana pianta da Brando e Schneider e non contemplata nella sceneggiatura iniziale di Bertolucci e Arcalli) che smosse coscienze e mise in crisi sensibilità collettive disvelando l’animo più truce e perbenista dell’italiano medio, superficiale, qualunquista e ideologo “del quel che si fa non si dice”.
“Quella fu la pietra dello scandalo – afferma Paolo Mereghetti dalle colonne del Corsera – ma era evidente che quel film, che raccontava l’impossibilità di un rapporto solo sessuale tra due persone e che coinvolgeva molti dei fantasmi (erotici e non solo) che agitano le menti, toccava troppi punti delicati nel rapporto con il Sesso, con l’Amore, con la voglia di fuggire dalla o di ricominciare una Vita per non irritare e scioccare”.
Eppure Gianpaolo Testa, che nel 1952 aveva dato luce alla kermesse emiliana, quel giorno di quarant’anni fa non ebbe il minimo sentore del caso che da lì a poco si sarebbe scatenato.
«C’erano diverse centinaia di persone – ricorda in un’intervista per “Il fatto quotidiano” ma la reazione fu di sussiego e non particolarmente emotiva».
Fatto sta che la settima pellicola del regista parmense – uno spaccato intenso e crudele in cui Bertolucci profila l’indissolubile intreccio tra Eros e Thanatos e in cui si svela in tutta la sua drammaticità la poetica e la visione dell’artista – dovette aspettare undici anni per avere la sua rivalsa.
Fu infatti solo il 9 febbraio 1987 che il film venne riabilitato con una sentenza di «non oscenità» in virtù del «mutato comune senso del pudore».
Sabato 15 alle 19.30 potrà considerarsi definitivamente risarcito con la proiezione della pellicola proprio all’interno di quella kermesse che quarant’anni prima le fu fatale. Il film di Bertolucci sarà proiettato al Cinema Kursaal, all’interno di un’edizione del Porretta Cinema totalmente dedicata al film e alla sua vicenda. Una due giorni in cui critici, giornalisti, registi e attori si ritrovano per parlare del rapporto fra cinema e censura oltre che della triste vicenda che attorniò il film e della bieca Italietta che generò il tutto.
Nel comune emiliano, anche Tatti Sanguineti, critico cinematografico, creatore e curatore di Italia Taglia, progetto sulla censura realizzato insieme alla Cineteca di Bologna, e Stazioni di Tango, lo speciale da lui realizzato nel 1999.
Ma non è solo Porretta Terme a celebrare i quarant’anni del chiacchierato ménage cinematografico targato Brando- Schneider.
La Dall’Angelo Pictures ha realizzato per l’occasione un’edizione «anniversario» dell’opera di Bertolucci. Una versione in due dvd, restaurata e rimasterizzata in alta definizione per risaltare la splendida fotografia di Vincenzo Storaro e la meravigliosa colonna sonora di Gato Barbieri e per restituire alla futura memoria l’intera opera, al netto dei tagli subiti (compresi gli 8 secondi voluti dalla censura al primissimo vaglio). Nel dvd extra sono contenuti una recentissima intervista a Bertolucci dove il regista racconta, tra le altre, degli attori che rifiutarono di interpretare il film; la registrazione della serata del 1982, a Roma, dove cinefili e radicali sfidarono la censura per presentare in pubblico una copia di Ladri di cinema, anch’esso destinato al rogo; e, infine, lo speciale americano “Once Upon a Time: Last Tango in Paris” dove Bertolucci, Storaro e Schneider parlano del film.