C’è una storica affinità artistica, una comunanza di linguaggio e parzialmente anche di intenti tra poesia beat e musica rock psichedelica, due universi che si incontrarono per la prima volta nei college americani nei primi anni 60; ed i ponti tra i due mondi sono da ricercare nei carattteri comuni ad entrambi i linguaggi: naturalmente non allineati ed inafferrabili, contestatori e provocatori ma mai in maniera massimalista violenta scontata e banale, anticommerciali, ideologicamente deboli e contraddittori ma anche snelli fluidi ed aperti, e poi antiaccademici, anfetaminici e pacifisti.
Il Collettivo Ginsberg è una band italiana nata nel 2004, al quinto disco, che nei tempi moderni si spende in un ambizioso progetto di questo tipo, coniugando psichedelia, avanguardia no wave, poesia e tentando però di andare avanti per trovare uno sbocco attuale, senza intenti passatisti.
Operazione riuscita fino ad un certo punto con questo Asa Nisi Masa pubblicato dall’etichetta londinese Seamount Productions – come anche l’EP intitolato De La Cruel di pochi mesi fa, dopo tre autoproduzioni risalenti al 2008-2009 ed una successiva pausa discografica – che nel tentativo di sperimentare nella musica e contemporaneamente valorizzare lo spessore dei testi, procede in modo un po’ disordinato, forse chissà anche volutamente.
Molto interessante l’approccio krauto dilatato di molte musiche elettroacustiche – ‘Come quando Fuori Piove‘ – come anche le liriche che coniugano concitate provocazioni free tra Jim Morrison e Demetrio Stratos a libere interpretazioni di Inno alla Morte di Giuseppe Ungaretti e di Father Death Blues di Allen Ginsberg ed al romanticismo cantautorale notturno e scarno tra Fabrizio De Andrè e Leonard Cohen, ma tutto ciò un po’ inevitabilmente rende difficile una sintesi, cui pure il Collettivo Ginsberg sembra interessato poiché i brani sono brevi e la forma canzone pure è rispettata; il risultato è che la mole di intenti non mantiene l’opera troppo compatta e sufficientemente omogenea, le direzioni sono tante, come se – per spiegarci meglio – un gruppo tipo gli Animal Collective provasse una funambolica sintesi cantautorale della propria opera. Molto belli e ricercati i suoni, con rhodes, contrabbasso, moog e percussioni varie, ed interessante l’utilizzo del dialetto romagnolo affianco all’italiano.
‘Quindici Secoli‘ è uno spoken un po’ avvilente, mentre Canto Erotico Primitivo‘, accompagnato da un recente appassionante videoclip indipendente di Alessandro de Rienzo frutto di montaggio curatissimo, tra i migliori visti di recente, è un brano manifesto del CG che ne mostra però l’aspetto aggressivo e blues, da completare con la componente psichedelica presente invece nella desolata ‘L’Artiglio’.
‘Nel Giorno dopo di Dio‘ è un jazz blues guidato dal piano rhodes, ed assieme alla successiva ‘Io non ho Mani’, che ricorda il più appassionato Luigi Tenco, la conclusiva ‘PPP’, l’eccezionale e criptica ‘Il Cavallo di Torino’ e la doorsiana ‘Ho Cercato i tuoi Occhi’ va a formare la sezione più fruibile di Asa Nisi Masa, disco a Bologna e prodotto da Marco Bertoni e dal Collettivo Ginsberg, opera di un quintetto composto da Cristian Fanti (voce), Federico Visi (chitarre elettriche, moog), Alberto Bazzoli (pianoforte, organo, fender rhodes), Gabriele Laghi (contrabbasso) ed Eugenioprimo Saragoni (batteria, percussioni) con ospiti Rønnaug Tingelstad (cori) ed Andrea Rocchi (chitarra dobro).
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autore: Fausto Turi