Cinque sentieri sospesi nell’aria, quella che costituisce sostanza e mondo delle parole, della musica. Cinque passaggi da attraversare e da cui farsi attraversare alla scoperta di come la ricercatezza, nel suo essere nobile cura, possa animare un fluire semplice, un’energia che scorre insinuandosi nelle anse del mondo e delle sensazioni eppure sempre dritta: al cuore.
Ària porge in dono un universo pieno di grazia, elegante, di quell’eleganza che nasce dall’armonia e ne resta pervasa. Colpisce la misura con cui è costruito un equilibrio raffinato fatto di parole e note che respirano tra i vuoti, coaguli di significato sospesi, danzanti e lucenti, su silenzi. Shahar, una parola cara al poeta Celan, significa – anche – alba, o meglio il momento più scuro della notte che è anche il grembo da cui nasce la luce, il primo albore. Come la parola shahar, anche Àlia esprime la voce e la musica passando attraverso i silenzi, una pienezza a cui fa sapientemente da contrappunto il vuoto, dando così corpo ad una costruzione leggera eppure densa, come la trama di un ricamo, dell’universo, come la luce.
La scrittura di Àlia si scopre di traccia in traccia accurata, delicata, ma pervasiva e tagliente, si muove traendo linfa da suggestioni che nascono sul terreno della poesia, attraversa racconti e versi, non restando mai imbrigliata in un gioco sterile di riferimenti letterari, mantenendosi piuttosto capace di far germogliare le parole unendole a sonorità che ne rivelano la consistenza. Quello scritto con Ària è un cosmo di echi, penombre, memorie, sensi, occhi chiusi e parole che non devono essere urlate per afferrare lo stomaco e uncinare l’anima. Parole non gridate ma cantate con voce di cristallo e velluto da ascoltare in una quiete silenziosa per poterne apprezzare la bellezza, splendidamente sostenuta ed amplificata da una musica preziosa, così raffinata da potersi concedere la complessità mantenendo il carattere dell’essenzialità.
Gli echi della poesia di Celan, di Heym, le curve di Erri De Luca si mescolano al vissuto di un cantautore emergente che guarda ai mondi sonori di Fleet Foxes, Bon Iver, della new wave facendoli respirare in chiave originale e personalissima, grazie al preziosissimo sostegno di una produzione artistica sapiente firmata da Giuliano Dottori.
Il potere evocativo e il magnetismo di Ària costruiscono una dimensione che fluttua tra realtà e idealità, la musica sembra danzare tra loro ed unire questi aspetti, di una sola medaglia: il cuore umano, la sua sensibilità tesa al e nel mondo. Una dimensione di incontro e dono è Ària, uno spazio luminoso di purezza, in cui la poesia può fluire e la bellezza essere sognata, così prendere corpo, quello di un respiro che canta.
autore: Valentina Di Cecco