Ho letto diverse recensioni nelle quali, al gruppo bergamasco, si sprecano gli elogi. In questa loro ultima fatica, francamente, non li capisco. probabile che non ne capisco più niente di musica – qualora ne avessi capito in passato -, o ho un principio di demenza senile o ancora ho ancora qualche freccia da tirare; ed in ogni caso ho sempre delle remore quando tutti i critici, in massa, parlano troppo bene di un disco.
Ebbene “Wow” non mi ha minimamente entusiasmato e non riesco a comprendere la direzione che stanno prendendo i tre musicisti. Tecnicamente e a livello di arrangiamenti la sostanza c’è, ma la cosa che mi ha lasciato perplesso è la quasi totale mancanza di direzione. È vero quello che è maggiormente palpabile è la psichedelia, ma riletta in maniera spesso forzata.
In questi ventotto brani convivono troppi elementi, ma i Verdena non sono stati in grado di strutturarli, lasciando alla fine dell’ascolto la sensazione di un lavoro fatuo, dunque difficilmente metabolizzabile. Insomma lo sforzo intrapreso ha partorito un dinosauro che risulta un mostro poco simpatico, per niente agile nei suoni e quindi nell’ascolto. E non è solo un potenziale limite del fruitore, almeno per coloro che hanno la mi stessa sensazione, ma pachidermicamente il sound appesantisce un possibile ascolto piacevole, easy, è senza soste. Se questo era il loro obiettivo allora lo hanno centrato in pieno. A me questo non va giù!
Autore: Vittorio Lannutti