Dalla Germania alla conquista dell’Europa: dopo una lunga tournèe continentale che ha toccato anche l’Italia in Febbraio con due date a Modena e Bologna (e soprattutto dopo essersi presentati in Italia con il vecchio singolo, ‘Sundays’, scelto da “Le Iene Show” come sigla), i Trashmonkeys rilanciano ora la sfida con il loro terzo disco, “The Maker”. Sempre più innamorati dei Rolling Stones, i componenti del gruppo più cool di Brema ci regalano un altro lavoro perfetto per le nostre festicciole domestiche con gli amici, musica sul genere Supergrass e Dandy Warhols capace di far ballare il rock’n’roll pure a degli sfigati irrecuperabili come noi.
Il quartetto si propone con la formazione beat standard chitarra/voce, basso, batteria, organo, e la perizia strumentale impiegata è sorprendente; anche la pronuncia inglese del cantante, vero punto debole di tanti gruppi beat in giro per il Mondo (anche, ahinoi, qui in Italia…), è ineccepibile, ed Andreas Wolfinger magari a forza di ascoltare i Rolling Stones ha praticamente trasformato la sua voce in quella di Jagger e le sue mani in quelle di Richards: la bellissima ‘Song n.1’ in apertura è in effetti molto simile a quel gioiellino degli Stones che fu ‘Brown Sugar’ (correva l’anno 1969…da allora una delle canzoni più suonate nei garage di tutto il pianeta).
Poi arrivano ‘Innocent’, il pezzo beat perfetto per l’autoradio, e ‘The Maker’, uno strumentale garage-surf che dimostra che Dio esiste ed è un surfista. Queste 3 tracce iniziali sono già inestimabili e giustificano il massimo interesse verso il CD, ma in seguito giungono nuovi sussulti, perché i nostri amici tedeschi ci sorprendono con ‘Isn’t it Good’, ballata in stile Oasis, ‘Cool Autumn Sun’ sulla falsariga di ‘Sunday Afternoon’ dei Kinks e poi con scintillanti intuizioni che richiamano alla mente gli Yardbirds (‘Wasting Time’).
L’album – 42 minuti, durata giusta per un disco garage – lascia intendere che sul palco la band non può deludere: così se i Trashmonkeys passano dalle vostre parti in tour cercate di non perderveli. Inoltre visitate, se volete, il loro sito internet (www.trashmonkeys.de) semplice ma bello, strutturato come fosse un appartamento con varie “stanze ipertestuali” ben colorate e colme di arredamenti in stile Sixties su cui cliccare; vi troverete anche alcuni mp3 e videoclip per farvi un’idea della loro musica. E buon divertimento…
Autore: Fausto Turi