Che l’arte di agitare le scene underground fosse una sua personalissima virtù era già stata appurata anche nel proprio corto passato, ma che ora ce la si ritrovi come nuova eroina di un indie pop contaminato all’inverosimile favorisce alla grande un piacere d’ascolto formidabile, e tutto grazie al suo talento cristallino e non in riga.
La cantautrice cosmopolita Diana Winter torna sugli scaffali con Tender Hearted, disco ricco di dieci brani eterogenei, sfumature, toni, vezzi e nuance di un pop ibrido capace di colonizzare palinsesti Fm per settimane, brani e atmosfere; storie, sguardi acuti, pensieri fitti ed elementi che mettono in circolo anche una voglia di sbattersi nel ballare sono i punti sonici e lirici che plasmano l’ascolto del disco, una briosa presa di hype che t’abborda e ti fa suo.
Una bella manciata di minuti carichi di feeling e ballate di gran respiro, il beat/pop di Why did you?, la vena rock Cicconesca Killers, il fantasmino funky di Jackson My name o il soul stroboscopico di April lane rappresentano bene la mercanzia sonora che gira qui dentro, a spessore di una estetica artistica femminile lucente.
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autore: Max Sannella