Le parole grottescamente umane (“fermati, ho paura”) che Hal 9000, il super computer che governa la Discovery 1, pronuncia all’indirizzo di Dave in procinto di disattivarlo nel film 2001 Odissea nello Spazio, sono citate nel testo del brano d’apertura di questo disco d’esordio della band capeggiata da Andrea Fusari e Giovanni Ferrario, che con testi in lingua inglese – ma riportati nel libricino sia in italiano che in inglese – ci propone una psichedelia pop in alcuni casi (‘South of Haparanda’) vagamente contaminata con la wave e soprattutto con il paisley underground.
‘Rifles’, brano sullo shock post-traumatico del soldato, e la successiva, splendida ‘Unscheduled’, riprendono nettamente i Dream Syndacate, mentre la scrittura scorre fluida e la produzione di Ferrario ha il solito respiro internazionale unito ad un carattere artigiano dei suoni molto piacevole, laddove nel corso dell’album sono disseminate atmosfere pinkfloydiane, del periodo Waters – lo stesso stile vocale di Fusari e i toni nostalgici dei brani – e del successivo periodo Gilmour per il modo misurato di narrare anche situazioni tese ed esplosive (‘Monochrome Elvis’, o ‘B.J.Core’, che ricorda John Parish). Molto intriganti poi brani come ‘Liza Show’, crepuscolare come il Mondo di Blade Runner, malgrado il sottile umorismo che ogni tanto emerge lungo l’intero lavoro.
Accanto a Fusari (voce, chitarra) e Ferrario (voce, computer, batteria), ci sono poi Beppe Mondini (batteria), Davide Mahony (chitarra), Angelo Fontana (chitarra) e Andrea Cogno (chitarra), per un disco molto piacevole e misurato, molto chitarristico ma ammorbidito da suoni retrò di tastiera e computer.
Autore: Fausto Turi