Folk e psidechelia sono tornati estremamente di moda e se c’è qualcuno in grado in Inghilterra di maneggiarli senza rischiare mai la noia e la ripetitività questi sono i Coral.
Dopo un cambio di formazione per l’abbandono di Bill Ryder-Jones, dopo tre anni passati a trovare nuovi spunti di ispirazione, il quintetto di Hoylake riprende la propria strada dimostrando di saper ancora realizzare album in grado di emozionare e divertire.
Il loro è un talento cristallino che li inscrive d’ufficio tra le band più interessanti e creative dai tempi degli Smiths e degli Stone Roses.
In Butterfly House i Coral raggiungono vette di perfezione senza cali di tensione o cambi di ritmo improvvisi. Si notano maggiore maturità e forza rispetto al passato. E sebbene la connotazione vintage sia sfacciata l’unico pericolo serio che si corre ascoltando brani come More Than A Lover, Roving Jewell e Green is the Color è di perdere effettivamente il senso del tempo e di essere tornati alle stagioni felici dei Love, dei Byrds, di Crosby, Still & Nash.
Butterfly House è un album ispirato fatto di suoni ricercati e particolari che danno però vita a canzoni semplici ed immediate, corali e coinvolgenti. Solare e frizzante come una passeggiata nella campagna del Merseyside in un pomeriggio strappato alla pioggia. Con album come questo si meritano solo applausi.
Autore: Alfredo Amodeo