Joel Petersen è il bassista dei Faint, una delle realtà più interessanti, nonché l’indie-band statunitense che con più veemenza ha ricordato agli americani il concetto mai trascurato di new-wave come da sempre l’hanno concepita. Joel durante i tour con la sua band, in lungo e in largo per gli USA e in giro per l’Europa, porta con se un laptop per passare il tempo e tra un sound check e un after-show, Joel studia, crea, sperimenta il suo modo personale di realizzare musica. Il risultato? Joel s’inventa un alter-ego dal nome di Broken Spindles, dà vita a degli omini stilizzati, squadrati e spigolosi che lo accompagnano nel suo progetto e “Inside/Absent” è il suo terzo disco solista. Chi nel tempo ha già avuto modo di conoscere Joel Petersen dagli esordi del primo disco senza titolo e il successivo “Fall in and down on”, allora può facilmente intuire e concepire l’estro del musicista, capace solitamente di estendersi da un estremo ad un altro con una semplicità disarmante. Tant’è vero che Petersen, come già capitato per “Fall in and down on”, abbandona il pop acido ed elettronico degli esordi per affinare un rock elettronico, melodico, di tanto in tanto aggressivo e talvolta malinconico. Broken Spindles guarda oltre il suo computer, quasi tutti i brani sono “suonati” limitando l’ausilio invadente di programmini, e cantati, ciò rende in particolar modo forte la forma canzone, anche se in ogni caso le sezioni ed i brani essenzialmente elettronici sono entusiasmanti e coinvolgenti, vedi “Please dont’t remember this” e “Birthday”, le parti rock invece, sono fenomenali e ricordano tantissimo la band-madre di Joel, il tutto è quindi infarinato da un pop, inteso come tale, che da un bel po’ non si vedeva in giro. Il parere, ma soprattutto il consiglio che mi sento di dare più di tutto, è che questo disco di Broken Spindles va ascoltato dall’inizio alla fine per scoprirlo poco alla volta nella sua totalità, e per scovare di qua e di là le sonorità stanate dalle viscere di un background che sicuramente ha dato sicurezza e grazia al musicista.
Autore: Luigi Ferrara