La BBE e la Rapster Records continuano la loro proficua collaborazione e dopo i capitoli dedicati ai re della disco-music e a quelli del funk, questa volta tocca all’hip hop essere oggetto di una doppia compilation documentaria con regia affidata a DJ Premier, mente produttiva dei Gangstarr, e a Mr Thing, membro fondatore del collettivo Scratch Perverts. I due si dividono equamente il compito, ciascuno curando personalmente una metà dell’opera. La prima parte è stata assemblata da DJ Premier, il quale ci fa riscoprire le radici soul dell’hip hop con una bella carrellata sui grandi classici di Nina Simone (la splendida “Don’t explain”), Otis Redding (“Try a little tenderness”), Percy Sledge (“Bring it on home to me”, “Walkin’ in the sun”) e Wilson Pickett (l’immancabile “In the midnight hour”). Il calore funky dei Groover Washington, gli Screaming Jay Hawkins da brividi di “I put a spell on you” e la voce celestiale di Curtis Mayfield (chi l’ha detto che gli angeli sono biondi con gli occhi azzurri?) rappresentano le tappe obbligate della scaletta di DJ Premier. Mr Thing dal canto suo va a riproporre alcuni pilastri hip hop attraverso una selezione che non sempre riesce a mantenere alta l’attenzione ma che certo non difetta di momenti interessanti: le potenzialità r’n’b di “Worldwide” a firma Royal Flush, il beat stradaiolo di Ultramagnetic’s Mc’s e Eric B. & Rakim, le lontane influenze jazz dichiarate da Ol’ Dirty Bastard in “Shimmy, Shimmy Ya” e lo stile “mellow” dei De La Soul valgono a testimoniare che l’hip hop non è un genere musicale ma una cultura onnivora come poche altre.
Autore: Guido Gambacorta