Il secondo album di Max Mayall Fine contiene 10 brani cantati in lingua inglese che proseguono un percorso intrapreso l’anno precedente con Now, tra rock psichedelico, merseybeat, funk, canterbury, suoni analogici ed un approccio generalmente eccentrico, freak, che rappresenta il presupposto più interessante per un lavoro piacevole, in alcuni momenti sottilmente retrò, quando omaggia più o meno celatamente importanti temi rock del passato.
In F.A.Q. c’è una significativa varietà di temi e colori, ricchezza di suoni e libertà espressiva, garantite anche dall’utilizzo di strumenti a fiato – sax e clarinetto, sembra… – che donano solidità, tra latin jazz e tentazioni orchestrali, senza che questo tripudio di input creativi generi disordine: i temi musicali sono sempre sviluppati dal gruppo tenendo presente un obiettivo di sintesi ed il rispetto della forma canzone, laddove nell’operazione cogliamo anche il desiderio di evasione dalla quotidianità e dal conformismo, prima di tutto musicale, che stabilisce ormai lo standard di come un brano dev’essere fatto, quanto deve durare e che suoni debba avere, per passare in radio e sperare di diventare una hit.
F.A.Q. è un lavoro discografico che interesserà probabilmente un pubblico già pratico di questi suoni, che sarà possibile ascoltare live in questi mesi prima di tutto nella provincia di Milano, dove Max Mayall Fine è attivo.
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autore: Fausto Turi