Si è conclusa il 12 maggio la seconda edizione del Festival Culture Giovani di Salerno.
Tra incontri, film, canzoni e video anche quest’anno è volato. Una manciata di giorni tra premi, vinti, ospiti e chiacchiere. In questo secondo anno gli organizzatori hanno fatto le cose in grande senza però concentrarsi sull’eterogenietà del tutto.
Le interviste sempre con un filo di imbarazzo, le mostre un po’ approssimative e i film l’unica colonna portante. Tra Linea d’Ombra e il resto, c’è ancora un po’ di distacco.. E’ difficile seguire tutto, rimanere concentrati, avere un filo di Arianna da seguire in tutta la manifestazione, come è anche difficile essere presenti tutta la giornata se non si decide di rimanere lì a due passi da ogni location del festival.
Si fa quel che si può ma l’importante è sapere che continui. Sperando che non diventi l’evento pop dell’anno.
Nel mare magnum delle proiezioni abbiamo scelto di raccontare due anteprime fuori concorso: “Breakfast on Pluto” di Neil Jordan e “Riparo” di Marco Simon Puccioni
BREAKFAST ON PLUTO di Neil Jordan
Neil Jordan, premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale del “La Moglie del Soldato”, ha diretto “The Brave One” nel 2007. Ma nel 2005 ha girato “Breakfast on Pluto”. Stravagante, ironico, eccessivo, colorato, semplice, terribilmente fantastico. Politico, esuberante, sogno glitter di un giovane ingenuo sorprendentemente originale.
Patrick, Cillian Murphy, è un ragazzino irlandese nato da una relazione tra un prete di un piccolo paesino di campagna e la sua domestica.
Dato in adozione a una cinica vedova lautamente ricambiata, Patrick cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna e di incontrare sua la sua vera madre di cui sa solo che è fuggita a Londra per cercare fortuna.
Mentre l’IRA miete vittime, terrorizza e si vendica, Patrick, ovvero Kitten, si trasferisce nella Swining London alla ricerca della madre e di un posto in cui le sue stravaganze vengano finalmente accettate e comprese.
Meravigliosamente immaginario, favoloso, chimerico, sinceramente eccentrico, bizzarro, singolare.
Occhi dolci, pellicciotto e paillettes desiderio glam dai buoni, veri, reali sentimenti.
Amicizia, amore, famiglia, essere accettati e accettare gli altri guardando con estrema semplicità il mondo e le sue difficoltà.
Tutto raccontato da pettirossi pettegoli che riflettendo ammettono citando Oscar Wilde: “Adoro parlare di niente, è l’unica cosa di cui so tutto”.
RIPARO di Marco Simon Puccioni
Dopo il primo film, “Quello che cerchi”, del 2002, Marco Simon Puccioni ritorna con 100 minuti sul grande schermo. Lo ha presentato al Festival di Salerno, seduto tra il pubblico e disponibile ad affrontare ogni curiosità degli spettatori.
Ci dice che “Riparo” non è solo un tetto ma anche il verbo, quello che aggiusta, rimedia, protegge. Una storia di amori, affetto, rispetto e tolleranza.
E’ la storia di Anna, Maria De Medeiros, una consulente finanziaria di trentacinque anni. E’ la storia di Mara, Atonia Liskova, di venticinque anni che lavora in una fabbrica. Fanno coppia fissa vivendo la loro storia intensamente.
Di ritorno da un viaggio all’estero scoprono un giovane clandestino, Anis, che ha superato la frontiera nascosto nel rimorchio della loro auto.
Le difficoltà di un coppia che si incrociano con quelle della vita trascinando con sé anche quella del clandestino.
Camminando a piedi scalzi su piatti rotti, correndo tra le foglie, si cerca un “riparo”, si cerca di riparare, ci si ritrova o forse ci si perde.
Autore: Chara G