Anche i Franz Ferdinand vivono la loro ormai sempre più tipica esperienza di rimpasto all’interno della band e dopo l’uscita di Nick McCarthy danno vita al loro quinto album, Always Ascending, con la formazione rinnovata che vede oltre ai soliti Alex Kapranos, Bob Hardy, Paul Thomson, l’ingresso di Julian Corrie alle chitarre e Dino Bardot alle tastiere.
Registrato ai RAK Studios di Londra e ai Motorbass di Parigi, con il produttore Philippe Zdar (Cassius, Phoenix, The Beastie Boys), l’album uscito il 9 febbraio si presenta come una rinascita delle sonorità originali del gruppo, in verità un poco offuscate con il deludente Right Thoughts Right Words Right Action.
Non a caso la title track, che è anche il primo singolo, è piazzata all’inizio del disco per indicare subito il desiderio di rinnovo e di nuova ascesa: note di piano solari e ariose introducono un ritmo che nel crescendo si definisce poi come il più tipico dei Franz Ferdinand Sound, quella sorta di marcia militar-rockettara dettata da batteria e chitarre, sulla quale Kapranos innesta il suo tipico cantare.
La band ha presentato il disco con due brevi show live nel giorno di uscita a Glasgow ai magazzini HMV e poi a Edimburgo, dove ha subito mostrato la effettivamente ritrovata freschezza del suono di questo lavoro. Poi ha cominciato subito il tour europeo (Londra, Galway, Dublino, Manchester, e poi Parigi, Bruxelles, e Germania) e sarà a Bologna giovedì 15 marzo, per un concerto che si presenta entusiasmante. Kapranos e i suoi potranno esibire i loro migliori e più trascinanti successi, tratti dai primi tre dischi, e le nuove hit, tra cui spicca, oltre la title track, sicuramente il secondo singolo Feel the Love Go, e Huck and Jim, che insieme davvero ricordano il sound che li ha resi famosi in tutto il mondo con What do You Want, o Take me Out, ma anche la più raffinata Lazy Boy e l’intrigante Lois Lane, insieme alla quasi dance Glimpse of Love, che ricordano invece molto il sound più elettronico di Tonight Franz Ferdinand.
Paper Cages e Finally si muovono su questa stessa linea più elettro-wave, e diventa esplicito qui il riferimento della band scozzese ai Talking Heads, una delle loro band di massima ispirazione, mentre con la canzone di chiusura, Slow Don’t Kill me Slow, e soprattutto con la sorprendente The Academy Award non rinunciano alla ballata lenta che classicamente si trova in ogni loro disco.
Cori moltiplicati e soprattutto una presenza di trama più fitta di tastiere e archi sono le principali novità sonore di questo disco, le cui tracce sono curiosamente quasi sempre molto brevi, dai tre ai quattro minuti. Per il resto, si trovano in Always Ascending i sempre soliti ed efficaci Franz Ferdinand, che dal 2002 sono i più ostinati e costanti cavalieri dell’indie rock europeo.
In questo senso Always Ascending è davvero una conferma e contemporaneamente una piacevolissima novità: Lois Lane in assoluto è la canzone dove si avverte freschezza e nuova linfa, all’interno di un tessuto sonoro, dettato soprattutto dalla voce inconfondibile di Alex, che rendono il marchio Franz Ferdinand davvero riconoscibile alle primissime note.
Si potrà volendo trovare in questo anche un difetto, nel senso che il rinnovamento della band e l’ingresso soprattutto di tastiere più presenti non modificano in fondo la struttura di base del marchio Franz Ferdinand, ma alla fine i fan saranno senza dubbio entusiasti di aver ritrovato la band nella piena forma e consapevolezza della propria direzione.
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autore: Francesco Postiglione