Sono un po’ imbarazzato nel recensire questo secondo cd del trio blues-rock barese TRINITY, registrato nell’autunno del 2003 ma balzato alla nostra attenzione praticamente nel 2004 .
Imbarazzato perché conosco da tempo il leader, il chitarrista Bob Cillo, abbiamo molte passioni musicali in comune, non solo il blues; quindi la paura di non essere obiettivo nel parlare di Vacancy non è poca. Ma i fatti sono fatti e questo nuovo lavoro li conferma come la punta di diamante di una seconda generazione di indefessi bluesmen baresi, in una città in cui sin dalla prima metà dei sixties questo genere conta su un numero notevole di fedeli seguaci.
I Trinity eseguono un blues a forte tinte rock, a tratti noise…niente tempi swinganti o tastiere tanto per intenderci; da sempre hanno sposato l’estetica essenziale del trio che tanti musicisti hanno portato nei ’70 a prodigiosi risultati.
Vacancy spinge brutalmente il piede sull’acceleratore in tal senso rispetto al precedente Smell Of Burning ( 2002) , non solo grazie alle ormai proverbiali torrenziali performances chitarristiche di Bob Cillo ma anche grazie all’accresciuta grinta interpretativa dei due d’Erasmo, soprattutto il bassista-cantante Gianni, molto più personale ed aggressivo dal punto di vista vocale rispetto al passato.
Ascoltate come è sfrontato nella cover Done Somebody Wrong, sembra un Rory Gallagher alticcio trapiantato in terra di Puglia, o in Don’t Kick Me, celeberrimo brano di Mayall che qui subisce da parte sua un trattamento più intenso e sofferto che in Smell of Burning.
Cinque sono le composizioni originali nuove di Vacancy ( Cillo è l’autore di quasi tutto il materiale originale, sia liriche che musiche ) se si escludono Dance Floor, Ready Cash e Sweet Talking Woman già incise in passato ; anche da questo punto di vista la crescita è notevole: Saturday Night Disaster, Your Room Is Empty, Waiting All The Time, Crawling At Your Backdoor rafforzano lo stile asciutto e scarno che contraddistingue i Trinity da sempre, con Bob Cillo che ci
serve su un piatto d’argento soli grondanti cieco furore esecutivo : senza ombra di dubbio uno dei più entusiasmanti chitarristi in circolazione, con i piedi ben piantati nella tradizione british-blues ma anche in quella del delta-blues americano; addirittura travolgente in Crawling At Your Backdoor , Saturday Night Disaster, Dance Floor forse gli episodi più notevoli di Vacancy.
Forse avrebbe potuto risparmiarci l’ennesima versione di The Stumble, esercizio chitarristico ormai tra i più scontati.
Si cimenta con risultati lusinghieri anche alla slide ad al dobro , come in Rain in My Shoes, pensoso episodio a sé stante nell’economia del disco nel quale c’è la piacevole sorpresa della voce eterea di Mariangela Cagnetta che mi ha riportato alla mente curiosamente una certa Christine Perfect di tantissimi anni fa.
I Trinity hanno prodotto anche un interessante mini-dvd , Blues Canero, arruffata ma divertente testimonianza di tre concerti tenuti in Spagna nel novembre 2003.
Ci sono tante maniere di fare blues: i Trinity non saranno tra i più tecnici, ma
in quanto ad adrenalina non sono secondi a nessuno.
Autore: Pasquale Boffoli