Il consueto palco del Duel:Beat, teatro degli innumerevoli live che, piacevolmente, hanno costellato, e continuano a farlo, questo inverno musicale napoletano, è costretto a lasciare momentaniamente il passo all’altrettanto accogliente (e a tratti intimo) palco del Lanificio 25 di Piazza Enrico De Nicola.
Luci bianche, molto soffuse, e un bel po’ di gente accolgono il gruppo emiliano che intratterrà i presenti per “5 quarti d’ora”. Si inizia in quarta: “Superchiome” è lo speciale benvenuto che Max Collini & Co. offre alle trecento (se non di più) teste che, non potendo tecnicamente ballare, si muovono a tempo, contrappunto della quadratura decisa di Max.
Ancora, “Khmer Rossa” e “Tatranky” che si conclude con il consueto lancio di wafer dal palco, le ultime battute con un Collini che fa il saluto militare con in braccio la talpa resa famosa dal brano. Tocca poi a “Tono metallico standard” da quella perla che è “Socialismo Tascabile – Prove tecniche di trasmissione”, primo album della band datato 2005/2006, e via con “Lungimiranza” ed una inattesissima “De Fonseca”.
“Se candidiamo il chirocefalo alle primarie, secondo me vince”, è ciò che esclamerà Max alla fine di “Fermo!”, il successivo brano in scaletta che precede una formidabile versione di “Onomastica”, brano che riesce a rendere dal vivo almeno il doppio rispetto alla versione studio. Che è tutto dire, considerando la base di partenza. Piccola introduzione ad un altrettanto “Piccola Pietroburgo”, durante la quale la band sottolinea la volontà di sfatare il mito cresciuto negli anni che li vuole originari di Cavriago.
“Noi siamo di Reggio Emilia”, afferma il frontman. Prima della pausa, la band offre un’agognata “Robespierre” ed, infine, dopo qualche minuto di stop, Collini, supportato dagli insostituibili Carretti e Fontanelli, legge uno “spezzone” (termine non casuale: sembra davvero riuscire a far emergere delle immagini chiare e precise di ciò che sta leggendo) di “L’ultimo disco dei Mohicani” di Maurizio Blatto.
Più che la semplice sequenza dei brani, può interessare il loro nuovo arrangiamento. Gli Offlaga Disco Pax, infatti, hanno deciso di rieditare, per il live e per il Protipo EP, alcuni brani del loro repertorio utilizzando esclusivamente macchine Casio. E l’effetto è sicuramente degno di nota. Un esperimento andato decisamente a buon fine, riuscendo, come ogni volta, a stupire e a mantenere alta (altissima) l’attenzione del pubblico.
Autore: A. Alfredo Capuano
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