Vabbé che è sabato sera, e in qualche modo lo si poteva ipotizzare, ma vedere a Napoli un locale tanto pieno di gente per un concerto di Tujiko Noriko fa’ un certo effetto. Tanto di guadagnato anche per Muhe, giovane musicista elettronico che si ritrova a suonare davanti ad un bel po’ di persone, che gli dedicano attenzione (spesso carente per chi ha il difficile compito di aprire la serata) e applausi. Il suo live-set, vicino per sonorità all’elettronica gentile di scuola Morr Music, e alle melodie sognanti di gente come Mùm, è accompagnato egregiamente dalle video-proiezioni di Rosso, in assoluta simbiosi con la sua musica.
Basta poco per i preparativi del live set di Noriko, che con sé ha solo il suo laptop e la sua vocina.
Il suo è un concerto intenso, in alcuni momenti addirittura struggente, con la voce sempre in primo piano: dolcissima, cantilenante e pienamente inserita tra glitch, effetti, rumori, e bellissimi campionamenti di voci, suoni acustici e rumori “concreti”, tagliati, incollati e incastrati al momento. Quasi tutte le canzoni sono cantate in giapponese (così come in giapponese Noriko presenta i suoi pezzi, ridendo dello sconcerto che ne consegue tra i presenti), il ché rende la sua musica ancora più “aliena” ed intrigante, mentre durante i rari episodi in inglese come “White film”, più di una mente in sala ha rievocato Bjork, cui Tujiko Noriko viene in effetti più volte paragonata.
“Nara ni made” è la dimostrazione di come la nostra sappia, quando vuole, costruire anche basi con beat trascinanti e – per l’occasione – addirittura distorti e aggressivi: è probabilmente il momento più coinvolgente del concerto, e gli applausi a scena aperta lo sottolineano, così come le gambe di quelli che si lasciano trasportare dal ritmo. “Rocket Hanabi”, alla fine, lascia tutti col fiato sospeso, semplice ed ipnotica, sospesa in equilibrio precario tra rumorismo e fragilissime melodie vocali, lirismo sofferto e reiterazione imperturbabile di blocchi di musica sintetica.
Noriko sorride quando la applaudono, sorride quando presenta i pezzi, e sorride quando canta, anche mentre magari racconta le sofferenze del suo cuore. Il pubblico di Napoli apprezza, toccato da una musica tanto ineffabile quanto emozionante.
Autore: Daniele Lama