Corde pizzicate su un tappeto ambient e vocalizzi da soundtrack presto evolvono in soffice psichedelia patchwork di derivazione sixties tipicamente Panda Bear ed anche un pò Cloud Control. Così All Hands apre questo Zig Zaj, e così Lex Records vuole promulgare il suo credo estetico, avendo fatto di Boom Bip suo primo artista e ponendosi quindi come etichetta ad ampio spettro sonoro.
Goodbye Lovers and Friends, la seconda traccia, ci porta in territori invece immediatamente riconoscibili, quelli familiari e datati della più ortodossa new-wave degli anni ottanta, cupa ma al tempo scintillante, formalmente impeccabile come poteva esserlo quella di Gary Numan, anzi, per essere ancora più chiari, molto vicina alla technopop dei Depeche Mode. Alla voce c’è Alex Kapranos dei Franz Ferdinand.
Già questa sequenza rischia di spiazzare troppo chi è proprio a digiuno di Boom Bip, artista desueto nel panorama elettronico per le sue commistioni azzardate di generi eppure sempre fluide e convincenti.
Chi vi scrive lo ha apprezzato al tempo in cui il post-rock incontrava l’indietronica e lui si poneva sciolto come trait- d’union capace di fondere mondi lontani, ma senza nessuna pretesa particolarmente intellettualoide, anzi privilegiando forse il lato più easy, più dance e spingendosi anche ad elaborare tracce vicine a rock ed hip-hop, con notevoli collaborazioni nel genere e con riscontri da quel tipo di audience.
Pele ha una costruzione ritmica piuttosto selvaggia in un ‘core’ elettronico essenzialmente semplice, fatto di sovrapposizioni di suoni divertenti ed esotici, forse anche un po’ vintage nell’idea ma geniali nell’assemblato, almeno fin quando non decide di inserire una desolante coda darkwave un po’ troppo tamarriforme.
Do As I do già si apre nello stesso mood che abbiamo appena lasciato ma nonostante l’ottima prova vocale veramente suggestiva e suadente di Cate Le Bon (Neon Neon)cominciamo a credere che si tratti di un disco tutto new-wave.
Reveal è una distesa di synth orientaleggiante su una base ritmica slow-techno. Il desiderio di prendere delle cose alla Brian Eno e rifondare un ‘quarto mondo’ sonoro è davvero forte in Boom Bip, che rischia – perchè sa di poterselo permettere – di avvicinarsi qui a certa ambient-new-age un pò squillante.
Manabohz (con Money Mark – è davvero zeppo di guests di caratura quest’abum Josh Klinghoffer (Red Hot Chili Peppers), Luke Steele (Empire of the Sun), membri dei Warpaint e Bon Iver) è più spaccona e disturbante nella texture del suono, ma l’equilibrio che si impone il nostro non lo lascia mai cadere in intransigenze electro (anche se sinceramente non comprendiamo appieno l’intento di imbottire i Beastie Boys di sedativo).
Poi ritorna quella tastiera old-style che sinceramente un po’ stanca (ed anche se è solo un dettaglio sappiamo a volte come essi possano essere molto importanti in dischi del genere).
Poi c’è la traccia dal titolo New Order ma se l’avesse chiamata Soft Cell ci prendeva lo stesso ed anche di più. In questo brano viene fuori il bravo ragazzo che è Bryan Charles, vero nome di Boom Bip: canzoncina simpatica, divertente, festaiola, memore degli eighties ma sensibilmente attuale per gli standards dei dancefloor odierni: possibile riempipista e hit-single per dj’s insomma.
Con Automation continuiamo solo a farci del male: davvero non si esce vivi dagli anni ottanta.
Le finali TumTum e Mascot and The Moth ci riportano ad un tempo ancora troppo vicino per essere considerato revival ed è proprio il territorio ideale per il Boom Bip meno easy e per ascoltatori meno easy, quello in cui esiste uno spazio ideale tra prima Warp Records e le istanze più ambientali del post-rock ed in cui la ‘bit and click‘ non è al servizio della minimal-techno ma si scopre lontana cugina di Pan American e Physics.
Per chi ama questa musica da meditazione, solo due tracce sono un po’ pochine, anche se ottime. Per gli spiriti dance-oriented tutta quella roba del decennio che fu sembra anacronistica. Per gli ascoltatori di buona musica in generale l’album è un ottimo riempitivo, il disco si lascia bere tutto fino in fondo senza stomacare, ma se dovete fare un uso diverso delle tracce, creare atmosfere, fare scalette ecc. allora dovete scegliere gli episodi oculatamente altrimenti non si capisce bene dove vogliate andare a parare voi e Boom Bip.
Halloween edition of Check One Two TV – Boom Bip w/ Alex Kapranos from Mr. Shovel on Vimeo.
Autore: A. Giulio Magliulo
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