La parola punk è stata troppo spesso abusata e attribuita a personaggi che non hanno mai avuto niente a che fare con l’attitudine punk. Quando penso al punk la mia mente non va ‘semplicemente’ ai Clash o ai Dead Kennedys, ma anche a chi continua da oltre tent’anni su quel percorso, mantenendo un’invidiabile attitudine e coerenza, vale a dire a gruppi come i Mission of Burma e soprattutto agli anarco-punk olandesi The Ex.
Questi ultimi, anche se stilisticamente si sono sostanzialmente distanziati dal punk, ne hanno mantenuto l’approccio, restando liberi di suonare e sperimentare nuove sonorità, miscelando e facendo quello che gli pare, senza nessun condizionamento delle multinazionali del disco.
“Enormous door” contiene gli elementi delle ultime passioni/collaborazioni del quartetto olandese, vale a dire la passione per l’Etiopia, la collaborazione con Roy Paci e le aperture al jazz. Registrato a Lecce a giugno dello scorso anno, durante un tour italiano, nel quale i The Ex dividevano il palco con la Brass Unbound (quartetto di fiati nei quali militano Roy Paci e Mats Gustafsson), il disco contiene diversi brani della tradizione etiopica, rivisitati.
L’aspetto più esaltante del disco è l’intrigante ed affascinante commistione di post punk, free-jazz e sonorità balcaniche.
Questi sono i generi che rappresentano “Enormous door”. La Bornfeld si prende l’incarico di cantare in etiopico “Belomi benna”, brano appunto etiopico, nel quale la base ritmica afro, offre il sostegno ad un frullato di r’n’b, jazz e post punk.
Su otto brani, ci sono anche tracce edite e rivisitate dagli olandesi, come “Our leaky homes”, resa più serrata con un crescendo frenetico nel quale i fiati danno man forte alla circolarità della ritmicità data dalle chitarre e dalla batteria. Da “Catch my shoe” gli olandesi hanno scartato “Bicycle illusion”, che per fortuna hanno recuperato, si tratta di un brano lungo oltre i sette minuti, nei quali il sali-scendi della tensione lascia spazio a chitarre sferraglianti e a fiati che vibrano.
L’Africa è ancora presente in “Theme from Konono no. 2”, lungo brano congolese, anch’esso supera i sette minuti, reso martellante e circolare.
Rock, aperto, vibrante, miscelato “Enormous door” ha tutte le carte in regola per essere, per il sottoscritto, il disco dell’anno.
autore: Vittorio Lannutti