Storie da c’era una volta. Descrizioni di fantasmi. Animazioni riprese al buio e rigirate con un lavoro intimo, sottovoce. Come i piccoli pesci attraverso la rete, sfuggiti alle maglie e rimesse in circolo, lungo la corrente.
La cura è l’essenza di Ballads, il progetto girovago di Francesco Di Bella dei ventiquattro grana e Fofò Bruno dei Songs for Ulan (tra le altre band cui il nostro milita), duo che passa già da mesi negli angoli campani a “fare voce bassa”, a luce fioca, alle prese con minuzie cantautoriali, perle di vecchio rock, folk e psichedelie da cuori malati.
Sono pezzi sparsi, spettri custoditi in un canzoniere che cambia registro di volta in volta, e accoglie nei cerchi di corde le canzoni, suggerite, sentite. Dimenticate.
Il sei luglio il tour è arrivato al Cortile Tramontano di Pagani (SA) dove la volta ha fatto da corte ad uno spettacolo perfettamente sintonizzato con i circa duecento attenti spettatori.
Sul fondo di un gioco grafico contornato di candele e grigi, Di Bella ha dato respiro tra gli altri a “Mykonos” dei Fleet Foxes, da un singolo recente e psichedelico della folk band, intonando la nenia cladestina dei distillatori di Bob Dylan, i misconosciuti “Moonshiner”, elevandosi alle vette di “Phantasmagoria in two” dell’angelo Tim Buckley.
La dolce, malinconica “Between the bars” del compianto Elliott Smith sottolinea la grazia, mentre l’inno punk “Ever fallen in love?” dei Buzzcocks è uno spoglio elegante. “Memphis moon”, del cantautore americano Jason Molina, si allaccia ai Crosby, Stills, Nash & Young di “Teach your children”, la morbida “Soft touch” degli Everything About The Girl, la misconsciuta “Thirteen” dei Big Star e “What good can tell” dei Songs for ulan.
In scaletta spazio a diversi pezzi dei 24 Grana scanditi da battimani e cori leggeri, da “Kevlar” ad “Accireme” a “Canto pe nun suffrì” e “‘E Kose ka Spakkano” fino all’aria popolare di “Tarantolata”.
La nottata allestita dal collettivo perpartitopreso.org ha avuto tempi lunghi, intensi, dovuti al particolare mood che ha avvolto lo spettacolo come un velo, tra le mura storiche di un portone antico, scenario perfetto per il viaggio personale di due aedi in libera uscita dai rispettivi giri, alle prese con vecchie e polverose storie di fantasmi.
“Un po’ come i vecchi bluesmen , giù nei fondali del sud, a divulgare leggende, canzoni scritte da matti, poeti e dimenticati”.
Autore: Alfonso Tramontano Guerritore
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