A distanza di meno di una settimana da quello degli spiritati Ex-Models il live-act degli americani di Dallas PAPER CHASE, guidati dall’efebico John Congleton, poteva potenzialmente risultare quello di innocue educande. Invece la band ha dato vita ad uno show carico di una tensione altissima, tutto basato su ipnotiche ritmiche mid-tempo continuamente tagliate da violente sincopi : questa si è rivelata ‘live’ la caratteristica fondamentale delle composizioni dei PAPER CHASE, unita ad una rilevante propensione ad inserti vocali e strumentali delicatamente melodici, di ascendenza addirittura bowiana .
Il deus ex-machina del tutto John Congleton, eclettico performer dal carisma notevolissimo, che si è prodotto in esasperati chitarrismi e sofferenti, eclettiche odissee vocali da cui è stato impossibile non rimanere totalmente coinvolti.
PAPER CHASE hanno eseguito brani tratti da Hide the kitchen knives (2002 / Beatville), l’album che ha fatto conoscere al pubblico indie il loro sorprendente noise/art-rock, e da God bless your black heart ( 2004 / Kill Rock Stars ).
John ha poi confermato in un breve scambio che abbiamo avuto alla fine dello show alcune mie vibrazioni:‘..Bowie ? Sì….lo amo molto e c’è parecchio nella nostra musica che proviene dagli anni ’70 !‘ ; ‘ Hunky Dory ad esempio ? — ‘ No, più che Hunky Dory sono stato influenzato da Ziggy Stardust…!!! ‘
Un concerto memorabile e ricchissimo di variazioni, di quelli che ti rimangono impressi in mente a lungo.
Autore: Pasquale Boffoli