Questo trio austro-italo-catalano, al secondo disco dopo Grass is Singing del 2008, realizza una sorta di versione europea del romantico pop pianistico dei californiani Devics, dalle tinte però sostanzialmente solari, folk, e più massicciamente vaudeville. Cantano in inglese, e al microfono c’è la brava austriaca Tanja Frinta, mentre alla batteria l’italiano Giorgio Menossi, e alle tastiere il catalano Marc Melià Sobrevias, e l’impianto delle canzoni è molto elegante, seppure i ritmi piuttosto vari ma sostanzialmente vivaci; la scrittura dei brani è notevole, e se in alcune canzoni le buone capacità d’arrangiamento e la bella voce femminile contribuiscono non poco ad illuminare pezzi soltanto (tra virgolette) discreti, costruiti su qualche bizzarra intuizione, in altri episodi si rimane invece folgorati da una scrittura superba, come in ‘Julien’, dal ritornello che è un valzer che non è possibile stancarsi di ascoltare, o da ‘Show your Colours’, che sembra ispirata ai migliori Dresden Dolls (quelli di ‘Coin Operated Boy’) e che ugualmente decolla con uno splendido ritornello; in altri casi a brillare sembra essere l’anima europea, seria, elegante e notturna di questi musicisti, come nella già citata ‘Julien’, o in ‘Side by Side’ e ‘Railroad’, che pure è difficilissimo catalogare come spurie di influenze americane, attingendo Tanja Frinta anche dallo stile vocale delle grandi jazziste americane, come Billie Holiday e Sarah Vaughan.
Molti gli strumenti musicali utilizzati, alcuni piuttosto originali, uno spirito libero che ricorda I’m from Barcelona, ed ospiti partecipanti sono Emily Jane White (che duetta con Tanja nella conclusiva ‘Seeds’), Dana Janssen degli Akron/Family (in ‘Seasonal Things’) e Carey Lamprecht (la violinista di Jolie Holland). Il singolo scelto, inizialmente, è ‘A Roof Somewhere’, ma nel disco ci sono numerosi brani assolutamente superiori e forse più adatti, come la ritmica ‘Eventually’, o la ninna nanna ‘Wonderous Ways’, che ricorda anche Tonino Carotone. Un disco che strega: davvero una sorpresa.
Autore: Fausto Turi