Inferno è un album noise rock italiano duro, nervoso, che già dal titolo incute disagio ed anticipa una narrazione frontale e senza il minimo abbellimento, incentrato sulle contraddizioni e le sofferenze dell’essere umano moderno occidentale, raccontate con un vago sadismo; nevrosi e ansie interiori, in particolare, e non sociali.
Il terzetto di Perugia, formato da Nicola Frattegiani (chitarra, voce), Paolo Coscia (synth) e Tommaso Boldrini (batteria, SH 101, vocoder), dalla nascita nel 2006 ha pubblicato un demo, un EP ed un disco intitolato Lontano da Qui (2009), e con questo lavoro contenente 11 tracce calca su liriche nichiliste e musiche d’impatto dai percorsi piuttosto imprevedibili (‘Caduta Libera‘) che ricordano molto i Marlene Kuntz periodo Il Vile, ma anche il post-core italiano dei Fluxus.
Il brano intitolato ‘In Gola‘ è tra le cose più rilevanti del disco, con la sua carica compressa, sempre sul punto di esplodere, mentre interessanti sono anche alcuni strumentali post-core disseminati nel disco, vagamente cinematografici, che ricreano clamorose visioni della natura tipo i lavori dei bostoniani Isis (‘Un po’ di Distruzione Sospesa nel Buio‘, ma anche la bellissima ‘Cattivi Pensieri’), mentre in cose sparatissime come ‘Campo K‘ è difficile non pensare al noise-core italiano di band di culto – purtroppo mai apprezzate come avrebbero meritato – quali Rosolina Mar, Red Worm’s Farm, o gli Eveline, per via dell’uso massiccio del synth.
Inferno non è un disco immune da critiche, in particolare l'(auto)produzione è un po’ primitiva – malgrado questa non sia necessariamente una scelta da contestare a priori – e le scelte espressive un po’ appiattite su tre/quattro standard da cui non ci si discosta, e tuttavia i Matta Clast sembrano un gruppo capace di vedersi, immaginarsi, su un percorso di crescita coerente, indipendente – e non è poco, in Italia, in questi tempi di indie rock radio friendly – e c’è qualcosa di selvaggio, di cinico, nella loro musica, che è una scelta anticommerciale che può solo farci bene. Insistere nel caratterizzare la propria musica con l’elettronica potrebbe permettere loro di affrancarsi di più da taluni loro già citati modelli anni 90.
Il gruppo sta per pubblicare un nuovo EP il cui titolo provvisorio è De Morbo, contenente 6 brani.
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autore: Fausto Turi