Il cantautorato italiano sta vivendo una stagione florida grazie ad una giovane generazione di musicisti che ha trovato, ciascuno a modo proprio, modalità espressive al passo coi tempi, contenuti personali che finiscono tutti per intercettare un sentire diffuso e che sembra aver fatto la pace con gli ingombranti giganti italiani del cantautorato storico, coi modelli stranieri e con l’eterna diatriba tra indipendente e mainstream.
La musica di Colapesce è emblematica in tal senso poiché mette in scena un caleidoscopio di immagini sfuggenti in cui è la qualità di scrittura ad emergere cristallina, senza forzature, un caleidoscopio ricercatissimo ma accessibile a chiunque vi si accosti in maniera minimamente ricettiva, facendo leva su intense emozioni in una forma musicale elegante: un pop evoluto, rigogliosamente psichedelico e soul che fa bene alla musica italiana d’autore.
Ed Egomostro riesce ad essere all’altezza del predecessore, acclamato Un Meravglioso Declino (2013), infilando 14 canzoni che coinvolgono e commuovono, tra suoni rock, pop, elettronici, acustici, e la voce di Colapesce che ricorda molto quella di Lucio Battisti.
In ‘Sotto Coperta‘ ventate fuzz ed effetti theremin arricchiscono una morbida ballata psichedelica, ‘Dopo il Diluvio‘ è tra i brani più agitati e trascinanti in cui non mancano cambi repentini di ritmo, ‘Egomostro‘ ci fa pensare al Franco Battiato pop ed ai Talk Talk, dai quali Colapesce afferma di essere stato influenzato in questo lavoro, come anche dai Matia Bazar.
È nella seconda metà del disco, curiosamente, che Egomostro però decolla, con sei brani consecutivi da capogiro: ‘L’altra Guancia‘, discorso a sé stante di straordinario lirismo, ‘Copperfield‘, ‘Maledetti Italiani’, ‘Breszny‘ e ‘Sold Out‘ tutte dal notevole potenziale radiofonico e ‘Mai Vista‘, intima ballata modernista che d’improvviso s’apre al ritornello soul ballabile. Interessante anche il modo sottile ed originale con cui, in un tessuto pop psichedelico, con un tocco di ironia, Colapesce riesce ad inserire nei propri testi anche delle critiche sociali non grossolane, come avviene ad esempio col volgare consumismo in ‘Maledetti Italiani’.
Molto belli anche i tre videoclip realizzati fino ad ora per ‘L’altra Guancia’, ‘Maledetti Italiani’ e ‘Reale’, originali nelle sceneggiature, nella realizzazione visiva e nell’adesione alla musica.
Egomostro è dunque un disco importante, molto riuscito, tra i migliori italiani di questo inizio del 2015, che consacra definitivamente il cantautore siciliano Colapesce.
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autore: Fausto Turi