Nuovo EP con 5 brani di Beatrice Antolini, che cerca e trova una nuova quadratura musicale su cui procedere nel futuro prossimo dopo il discusso Vivid del 2013, che aveva segnato una svolta verso l’electro soul pop commerciale, elegante e massimalista. Vivid a conti fatti è stato un capitolo onesto, da rivalutare e recuperare in futuro a dispetto delle bocciature affrettate di pubblico integralista e critica snob, per un’artista cui va riconosciuta l’esigenza legittima di forzare la nicchia pop sperimentale italiana cui ha dato tanto ma che rischia di ingabbiarla – come leggevamo tra le righe di alcune risposte dell’intervista dell’epoca di Freak Out alla cantautrice maceratese https://www.freakoutmagazine.it/?p=13560 – rispetto a colleghe meno talentuose.
In Beatitude non c’è in ogni caso un ritorno al passato, non c’è la strabordante e schizofrenica espressività arty, il gusto della provocazione, il funambolismo tastieristico – qualche volta un po’ fine a sé stesso – i cambi di tempo repentini e sadici e l’ombra dark dei suoi primi tre dischi tra i quali è sempre giusto citare A Due, lavoro di vertice dell’intero pop sperimentale italiano; piuttosto una mediazione tra quell’urgenza e la nuova voglia di comunicazione più pop.
‘With Love’ appagherà chi ama i genuini assalti electro su ritmi fratturati di continuo, mentre la sontuosa ballata ‘Anyma I’ rappresenta il nuovo elegante modello di svolta pop di qualità, e ‘Spiders are not Insects’, in apertura, è un brano che gioca con i toni dark in maniera abbastanza personale.
Beatitude dunque ci permette di comprendere le prospettive musicali della bella cantautrice e polistrumentista, che nel 2014 ha anche esordito alla produzione nell’album d’esordio glam di Johann Sebastian Punk, sorprendentemente finalista al Premio Tenco tra le opere prime.
autore: Fausto Turi
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