Garage-rock, punk-rock, post-rock e chi più ne ha, più ne metta. Nella sua storia, sono molteplici le denominazioni che ha assunto la parola rock. Una di queste è “krautrock“. Tramite tale espressione, coniata dalla stampa musicale britannica, si suole indicare il movimento musicale tedesco, nato alla fine degli anni 60′, che tanto ha fatto parlare di se in seguito, fino ai giorni nostri.
Lontano dalla solita egemonia del binomio anglo-americano, ecco arrivare un manipolo di frikkettoni crucchi capaci di creare un immaginario sonoro del tutto personale, come testimonierà l’influenza avuta dopo la sua nascita anche in ambiti maggiormente commerciali…
A raccontare le loro gesta, ci ha pensato qualche anno fa, Julian Cope, in un suo libro, “Krautrocksampler“. In questi giorni, grazie alla Fazi, che già aveva curato la pubblicazione italiana della sua “doppia” biografia, “Repossessed/Head On” nonché dell’ultimo album “Citizen Cain’d” (in ogni caso, a breve, sempre la Lain si occuperà di distribuire il nuovo disco di Cope, intitolato, “Dark Orgasm“).
E’ stato edito anche questo interessante “saggio” dell’artista inglese. Oddio, in altro senso, la parola “saggio” è, concettualmente, quanto di più lontano dai protagonisti della storia che viene raccontata. Ciò si deve anche al modo di esporre gli accadimenti da parte di Cope, il quale essendo “eccentrico” già di suo, si è trovato a proprio agio nel rendere ancor più “colorite”, una serie di vicende umane ed artistiche quanto mai fuori dai canoni (ma non dai “cannoni” e sostanze illecite varie…). Perciò non bisogna aspettarsi dalla sua “penna”, un semplice racconto calligrafico e pedante quanto una divertente analisi delle “visioni cosmiche” che si sono succedute in terra germanica… Figura cardine per la nascita del “krautrock”, suo malgrado(?), fu lo sperimentatore musicale tedesco, Karl Heinz Stockhausen. La “lezione” (legata soprattutto alla “libertà espressiva” in campo musicale) del noto compositore contemporaneo, sul finire degli anni sessanta, colpì non poco l’immaginazione e la sensibilità di alcuni giovani musicisti teutonici. I contemporanei movimenti politici e culturali (compreso il rock) di quel periodo e la diffusione delle droghe (altra “affinità” che lega Cope ai protagonisti del suo libro, specie l’amore nei confronti di una sostanza come LSD e del suo propugnatore nonchè “krautrocker”, Timothy Leary…), fecero sì che un manipolo di band tedesche decise di creare una personale interpretazione del rock. Faust, Can, Neu!, Tangerine Dream, Cluster, Ash Ra Temple, Harmonia, L.A. Dusseldorf, Kraftwerk, Amon Duul I e II, Popol Vuh, Cosmic Jokers, solo per citare i nomi principali, svilupparono ognuna un diverso ed identificativo universo sonoro che, a seconda dei casi, si spostava, grosso modo, sul versante della sperimentazione tout-court, la psichedelica, l’etnica, l’elettronica, il free jazz, la forma canzone. Assai arduo, quindi, sintetizzare in poche parole, un così sfaccettato panorama musicale.
Va dato atto a Cope, di aver (ri)costruito in maniera intrigante un simile percorso artistico, pieno di differenti fermenti. Sebbene, in alcuni tratti, risulti complicato seguire il filo della narrazione se non si conosce approfonditamente la materia musicale trattata, “Krautrocksampler” avvince perché più che enunciare gli accadimenti, fa comprendere il contesto in cui essi si sono sviluppati e prova a darne una propria interpretazione, magari andando a volte sopra le righe ma mai in modo banale. Ciò permette al lettore di immergersi quasi in prima persona nelle avventure musicali di quel epopea che è stata il “krautrock”.
Ad accentuare, inoltre, i meriti dell’operazione condotta da Cope, provvedono una selezionata lista sulla reperibilità dei dischi trattati ed alcune recensioni integrative degli stessi. Presi come siamo dal bombardamento discografico dei tempi moderni, spesso ci si dimentica di trovare il tempo per scoprire dove, parte di ciò che ascoltiamo, provenga. “Krautrocksampler”, in questo senso, rappresenta un ‘ottima guida per i neofiti ed un altrettanto valido punto di vista su di una storia complessa e significativa nell’ambito di quello che, una volta, veniva semplicemente chiamato rock…
Autore: LucaMauro Assante
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