Secondo disco per questo trio di San Diego, ma che spesso ha base in Europa, con un sound che affonda le radici nel post rock matematico della Chicago degli ani ’90.
Già il post rock è il motore principale che spinge queste otto tracce, strutturate anche in forma pop-rock mai banale che avvolge l’ascoltatore, dati i cambi registro stilistico e i passaggi allo schematismo matematico ed ipnotico non è consigliabile, per chi ascolta, rilassarsi.
Diversi brani risultano sospesi tra le lunghe linee sonore tanto care ai Cure, ma minimali e meno tronfi, e le dilazioni che ci hanno insegnato Tortoise e June of ’44, con un cantato spesso soffuso e sofferto che sottolinea le tendenza alla melodia, che però dopo poco torna a farsi affliggere da un tensione straniante e per questo affascinante ed intrigante.
Autore: Vittorio Lannutti