Prima di parlare dell’ultimo lavoro discografico di Max Fuschetto, mi soffermerei sugli elementi che lo rendono vivo.
Musica, Tempo e Spazio
La Musica e il Tempo non esistono, lo Spazio è vuoto.
La partitura, la notazione, non hanno nulla a che vedere con la musica, i segni grafici conservati sulla carta, la sonorità, non sono ancora musica.
La musica nasce solo sotto determinate condizioni, una delle quali consiste nella capacità di svuotarsi completamente e di reimparare a cogliere l’evento sonoro nel suo qui ed ora ogni volta diverso.
“Se non me lo chiedi so cos’è. Ma se me lo chiedi non lo so più”, così Sant’Agostino.
Il Tempo non esiste, non esiste in realtà un “questo momento”, nell’universo, quello che sto dicendo, è già passato e quello che ascolteremo ancora non esiste.
Albert Einstein dice che la separazione tra passato, presente e futuro ha solo il significato di un’illusione. Ma poi aggiunge «per quanto tenace». Perché, se il tempo non esiste, noi umani siamo così tenacemente legati a questa illusione?
Perché il Tempo, dipende dalle cose che accadono e si mescola con lo spazio, Se non c’è nulla che si muove, non c’è tempo e la musica è movimento e questo movimento non è un illusione ma una trasformazione che nel generare energia, tende al disordine. Ma la musica è Ordine di moto, la musica non è qualcosa ma qualcosa che può diventare musica se attraversa presupposti irripetibili.
Questo qualcosa è la sonorità ma anche la sonorità non è musica ma può diventare musica quando qualifica, e satura lo Spazio vuoto.
La musica esiste quindi quando avviene, La Musica riempie lo spazio e misura il tempo che non impone più il suo paradosso ma scorre rendendoci padroni della nostra vita. La Musica pone la nostra vita nell’assoluto.
Tutto questo nasce nel silenzio e dal silenzio. Saper cogliere dal silenzio l’assoluto nel totale abbandono delle convenzioni, è il merito di Max Fuschetto in Mother Moonlight “Concepito espressamente al pianoforte” come spiega egli stesso – e realizzato, a differenza dei suoi precedenti lavori, su due soli pentagrammi, quello della mano sinistra e quello della mano destra. Per lo più con due sole voci. Voci affidate alla bellezza del gesto pianistico di Enzo Oliva che ne coglie le sfumature più recondite.
Gli elementi portanti di questo lavoro, a mio parere sono: la Risonanza, il Ritmo e la Sospensione.
La Risonanza in Mother Moonlight, nasce da un sapiente utilizzo del pedale (appunto di risonanze del pianoforte) che trasforma la polifonia volutamente a due voci in una continua ricerca armonica dove tensioni e distensioni accordali, sono filtrate dalla leggerezza dalla quale emergono come per incanto grazie al fenomeno della risonanza che provoca un aumento dell’ampiezza delle oscillazioni con un conseguente accumulo di energia generando moto armonico.
Il Ritmo per Max Fuschetto è sempre un divenire di eventi nuovi ed inaspettati la sapiente combinazione di alternanze ternarie e binarie: circolari e rettilinee che pongono l’ascoltatore in una dimensione onirica risvegliando ricordi ed emozioni come in un ideale grande gioco della nostra infanzia.
La Sospensione sempre presente nei due elementi su descritti, genera nell’ascoltatore una sensazione di leggerezza e benessere dove la certezza del centro tonale è sempre messa in discussione per generare un viaggio nella meravigliosa macchina del tempo che è la Musica. Mi viene in mente qui anche il suo “Shadows & Papillons” del 2002 in cui si avverte una efflorescenza nuova del suono tenuto e sovrapposto in tenui linee curve affidato ai fiati.
L’Opera di Max Fuschetto attraversa processi logici e matematici che all’ascolto sono inimmaginabili, nulla è lasciato al caso, Risonanza, Ritmo e Sospensione non sono mai considerati indipendenti ma volti alla ricerca di una volontà costruttiva unitaria dove l’intenzione è sempre centrale. In altre parole la Coscienza – Conoscenza che diventa elevazione spirituale dell’atto intuitivo con cui il compositore si confronta, l’esperienza idealmente vissuta, la riflessione, la consapevolezza di un mondo interiore, la centralità della relazione intenzionale con un linguaggio scevro da qualsiasi retaggio relativistico o individualistico, nel lavoro di Fuschetto prende forma l’assoluto.
Condizione essenziale è l’unità dell’Opera attraverso un udire sintetico di ordine superiore superando la pluralità degli elementi che si fondono e materializzano in uno spazio temporale qualificato dove il linguaggio musicale del passato è filtrato e purificato attraverso un grido di luce mai urlato, quasi un sussurro primordiale dove i suoni acquistano un significato preciso svelando l’energia sonora facendola risuonare nella propria musica dove si incontrano realtà ed inconscio verso una meta irraggiungibile che affonda le emozioni nei ricordi dell’infanzia.
Non basta ascoltare una sola volta il lavoro di Max Fuschetto, ogni ascolto ne rivela nuovi Arcani dove l’Arte pura è solo un’astrazione mai legata ad immagini ma solo ad emozioni.
Nei brani ad esempio Ting Tang, Acqua E Neve, Nenia Astrale, si coglie ancor di più la capacità di Max Fuschetto di trasformare l’emozione umana in emozione estetica. Questo mette in luce la particolare sensibilità del compositore rispetto al rapporto tra linguaggio coinemico naturale (il linguaggio delle motivazioni profonde) e linguaggio culturale.
Questa particolare relazione ha la funzione di dare nome alle emozioni in un processo che, lungo un continuum, parte dalla relazione tra forma e sostanza dell’espressione alla relazione tra forma e sostanza del contenuto.
La legge primigenia intemporale del lavoro musicale di Max Fuschetto, consiste nel perfetto equilibrio tra tensione e distensione, Risonanza, Ritmo e Sospensione: la Musica come Magia.
Autore: Enzo Amato*
*Enzo Amato (Napoli) Premio alla Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il 1998. Premio Internazionale Domenico Cimarosa 2012. Chitarrista, compositore, direttore d’orchestra e saggista. Tra i suoi maestri Marialuisa Anido, Leo Brouwer, Franco Donatoni e Franco Caracciolo. Il Saggio “La Musica del Sole” viaggio attraverso l’insuperabile Scuola Napoletana del ‘700, pubblicato nel 2012 ha riscosso grande successo di critica e lettori. La sua biografia è presente su “Enciclopedia Italiana dei Compositori Contemporanei” 1999 Pagano editore, su “Enciclopedia della Chitarra 2001” a cura di Francisco Herrera edita da Michelangeli editore e su Klassik Lexicon di Radio Swiss Classic.
Nell’ambito del Festival internazionale del ‘700 musicale napoletano, Max Fuschetto ed Enzo Amato si esibiranno dal vivo giovedì 20 Dicembre alla Domus Ars di Napoli per “Madre”, concerto che comprenderà due lavori di entrambi i compositori: ‘Mother Moonlight’ e ‘Mater Mediterranea’, Con Enzo Oliva al pianoforte, Pasquale Capobianco alla chitarra elettrica, Eleonora Amato al violino, Enzo Amato alle chitarre, Max Fuschetto ai fiati e la voce di Gabriella Colecchia.